Abstract:
La mia tesi vuole approfondire il mito del fotografo Aurelio Amendola e gli avvenimenti che lo hanno reso così acclamato in giro per il mondo. Partendo da una breve analisi attorno al genere fotografico del ritratto e ricostruendo gli sviluppi che lo hanno reso così rinomato tra gli artisti, e non, degli ultimi due secoli, si giunge alla presentazione del contesto fotografico italiano che ha anticipato e cooperato assieme ad Amendola a partire dalla metà del XX secolo, nello specifico affrontando le esperienze di Ugo Mulas, il fotografo della Biennale, Elisabetta Catalano, attrice ma soprattutto fotografa di moltissime personalità internazionali e Mario De Biasi, il più versatile fra i colleghi ma altrettanto abile nella ritrattistica. Successivamente ci si addentra nella carriera di Amendola, a cominciare dagli esordi come “fotografo degli artisti” e approfondendo, attraverso la sua testimonianza diretta riportata all’interno dell’elaborato, le differenze e le affinità tra i due generi che lo hanno impegnato, ovvero fotografare da una parte la storia dell’arte e dall’altra i suoi contemporanei. Nel terzo e ultimo capitolo si prendono in esame nello specifico i tre incontri che hanno cambiato la sua vita, ovvero le personalità dello scultore Marino Marini, Alberto Burri e il suo informale, per concludere con l’eccentrico Andy Warhol.