Abstract:
Vi sono diversi motivi per cui le persone decidono di emigrare; non solamente per fuggire dai conflitti o dalle conseguenze del cambiamento climatico, ma soprattutto per perseguire opportunità o per ricongiungersi con la propria famiglia. In considerazione del significativo numero di persone che vive al di fuori del proprio paese natio e dell'intensità dei flussi migratori, la migrazione è stata esplicitamente incorporata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) nell’Agenda 2030, fornendo così un quadro generale per affrontare la complessa relazione tra migrazione e sviluppo. L'internazionalizzazione della forza lavoro e la cosiddetta “femminilizzazione delle migrazioni” richiedono una risposta e un quadro a livello globale volti a monitorare la sicurezza dei lavoratori. In particolare, il Giappone è esaminato per le sfide demografiche che sta affrontando, quali l’invecchiamento e la diminuzione della forza lavoro, che lo stanno spingendo a reclutare operatori sanitari stranieri, perseguendo altresì la propria politica estera nell’area dell’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico (ASEAN). L’elaborato indaga il rapporto tra migrazione e sviluppo, evidenziando nello specifico il ruolo delle lavoratrici che prestano l'attività di cura e che negli ultimi anni hanno acquisito sempre più importanza nei mercati del lavoro dei paesi di destinazione, soprattutto in un contesto definito da scenari sociali e demografici in rapida evoluzione, come quello dell’Asia-Pacifico.