Abstract:
L’acqua sta diventando una risorsa sempre più rara in tutto mondo. La crescita demografica, l’urbanizzazione, il cambiamento climatico e le nuove abitudini alimentari sono solo alcuni dei fattori che rendono questa risorsa sempre più preziosa e al contempo sempre più richiesta, al punto da venire definita ‘oro blu’. Identificare politiche solide ed efficaci per la gestione della risorsa sta diventando una prerogativa per molti governi. Nonostante ciò, non sempre le decisioni politiche rispecchiano questa urgenza. Soprattutto nei paesi in via di sviluppo, attrarre investimenti diretti esteri sembra una prerogativa che a volte va a discapito dell’ambiente e della popolazione, colpendo in particolare le frazioni più povere ed emarginate. Nel caso dell’acqua, sono molti i casi di water grabbing in cui questi investimenti hanno dato prova di essere problematici, attraverso l’inquinamento e lo sfruttamento incontrollato della risorsa. Una tendenza interessante sembra essere quella del settore delle energie rinnovabili, che spodesta gas e petrolio, diventando il maggiore ricevente di investimenti diretti esteri nel 2021. La tesi si propone dunque di analizzare l’impatto di questi investimenti sulle risorse d’acqua nei paesi in via di sviluppo. In particolare, si indagheranno le pratiche di water grabbing collegate al settore dei biocarburanti e dell’idroelettrico. Queste pratiche sono incoraggiate da scelte politiche che vanno a discapito delle frazioni più povere ed emarginate della popolazione, nonché dell’ambiente. È dunque importante, in un’ottica di sviluppo sostenibile, ottimizzare le pratiche di gestione della risorsa, considerando le sinergie esistenti tra diversi settori (energetico, alimentare e dell’acqua) in cerca di un compromesso tra crescita economica e uno sviluppo che sia sostenibile in tutte le sue forme (economica, sociale ed ambientale).