Abstract:
Fernando Bandini (1931-2013) è stato un poeta, critico letterario, traduttore e docente alle Università di Padova e Ginevra, nonché membro e presidente della prestigiosa Accademia Olimpica di Vicenza. Nella sua individuale «ricerca di una personale lingua poetica», egli dimostrò di muoversi con destrezza tra italiano, dialetto vicentino e lingua latina.
In questo scritto verranno commentati e analizzati tre componimenti in versi latini – Portus Lunae, Astronauta naufragus ed Elegia in memoriam patris – presenti nella raccolta Memoris munus amoris curata da Leopoldo Gamberale ed edita nel 2019, mettendo in luce le scelte linguistiche, metriche, lessicali e tematiche del poeta. I testi saranno presi in esame anche nel loro rapporto con la produzione coeva in lingua italiana dell’autore e con la sua «biblioteca», ovvero i testi antichi, moderni e contemporanei con cui egli dialoga.
Una seconda parte dello studio sarà dedicata alla riflessione metalinguistica e metapoetica di Bandini a proposito del ruolo che ancora oggi possono ricoprire i classici e la lingua latina all’interno della produzione letteraria; tale riflessione si gioverà dell’analisi di scritti ed interventi saggistici di Bandini, di suoi diversi testi poetici (anche in lingua italiana), di un confronto tra la sua singolare esperienza di poeta neolatino e l’influenza della “lezione” di bilinguismo poetico offerta da Giovanni Pascoli, nonché di quella che può essere considerata la sua ars poetica, ovvero l’Epistula ad Andream Zanzotto poetam.