Abstract:
Il lavoro proposto intende approfondire le forme di mecenatismo culturale. In particolare il finanziamento da parte di privato, e il ruolo che esso ha nel terzo settore. È emersa una prevalente tendenza a superare la distinzione tra chi decide di investire le proprie risorse nell'arte per pura filantropia, e chi preferisce investire in progetti che garantiscano un ritorno economico o d'immagine. Gli interventi di mecenatismo, sponsorizzazione e partnership sono stati nel tempo ricondotti nella più ampia categoria dei sistemi di finanziamento, dove gli investimenti pubblici devono e possono coesistere con la ricerca di forme di sponsorizzazione di privati ed imprese. Partendo da questa base, la tecnologia blockchain potrebbe costituire lo strumento garante di controllo e sicurezza. Potrebbe essere utilizzata come elemento di tramite tra l’istituzione pubblica e il privato, potrebbe andare a favorire le donazioni del singolo in virtù della maggiore trasparenza garantita dal sistema. Di conseguenza, sarebbe utile capire innanzitutto se esista la conoscenza di base per permettere una tale innovazione e quali sono gli elementi che invece potrebbero costituire un ostacolo. Per quanto riguarda il mecenatismo culturale in Italia e i relativi incentivi dal punto di vista tributario è possibile guardare agli articoli di L. Zanetti, in cui vengono analizzate le disposizioni normative relative alle erogazioni liberali. Zanetti si sofferma sul fatto che le tecniche utilizzate per sostenere il settore della cultura siano mutate, poiché gli organismi operanti nel settore sono destinatari non di un ausilio diretto (agevolazioni nei loro confronti), ma di un ausilio indiretto (agevolazioni per chi concede ad essi dei contributi a fondo perduto) (Zanetti, 2001). Si pone inoltre l’accento sulle problematiche legate ai contributi alle organizzazioni che operano in assenza di finalità lucrativa, figure private non profit oppure di enti pubblici (Zanetti, 2002). Tramite lo studio di Amy Whitaker, è possibile invece approcciarsi alla tecnologia Blockchain, capirne i tratti principali, la storia e valutarne tre implicazioni principali: la confusione tra strutture for-profit e non-profit, i possibili effetti sul mercato artistico, e la possibilità di mettere in atto nuovi modelli di fundraising per l’arte. A. Whitaker riprende l’idea del “real endowment approach” di Michael Wilkerson, per valutare un esempio di applicazione della blockchain nell’ambito del sostegno alle arti (Whitaker, 2019). Capire come il settore dell’industria culturale costituito dalle aziende dell’intrattenimento a pagamento possa essere sfruttata per costituire una base di sostentamento per le organizzazioni senza scopo di lucro, secondo la logica dell’“Arts Funding the Arts” (Wilkerson, 2012). Tramite la ricerca di Geo Magri si esplorano l’insieme di possibilità di applicazione della tecnologia blockchain nel mercato artistico: la tracciabilità delle opere, la possibilità di realizzare opere d'arte digitali in edizione limitata, la possibilità di garantire e certificare l'autenticità di ogni opera che si crea e la democratizzazione degli investimenti in arte, attraverso la possibilità di acquistare porzioni di un'opera (Magri, 2019). Passando invece alla tematica delle donazioni in ambito culturale, Alfredo Valeri traccia un quadro che va ad analizzare la disponibilità della popolazione italiana alla donazione e in particolare quali possono essere considerati gli elementi che agevolano il fenomeno. Tra questi Valeri individua la trasparenza e la tracciabilità dei fondi, elemento che potrebbe essere efficacemente garantito dalla tecnologia blockchain (Valeri, 2010). In conclusione, la domanda a cui si intende rispondere con questo elaborato è: considerata la situazione del settore culturale in Italia e le modalità di mecenatismo culturale presenti, l’utilizzo della tecnologia blockchain potrebbe costituire un’innovazione?