Abstract:
La presente tesi di Laurea ripercorre i passi della meditazione heideggeriana sul tempo prefiggendosi l’obiettivo di interrogare filosoficamente la sua costitutiva problematicità e le implicazioni che da essa scaturiscono. Seguendo i passi di Heidegger l’attenzione viene quindi traslata dalla tradizionale ricerca dell’essenza del tempo - dal suo ‘che cosa’ - al suo intrinseco svilupparsi - al suo ‘come’.
L’interpretazione classica ha da sempre definito il tempo come durata spazializzata che si sviluppa in un susseguirsi lineare e misurabile di punti-ora, il quale determina la stessa concettualizzazione dell’esistenza come un sussistere collocato in questo stesso paradigma spazio-temporale. Interrogare l’autenticità temporale nel suo effettivo attualizzarsi, ovvero come temporalità che si temporalizza, è quindi fondamentale per chiarire non solo la problematicità del tempo ma anche quella esistenziale lasciando emergere la loro costitutiva sovrapposizione e unitarietà originaria.
Che cos'è il tempo? È il susseguirsi lineare di momenti estrinseci tra loro? Il serrarsi della mano umana in un pugno che avanza la pretesa di afferrare il tempo, per spiegarlo e disporlo a proprio piacimento, cosa riuscirà a intrappolare? Catturerà un attimo? Troverà un istante? L’attimo e l’istante sono il presente? Che cos’è il presente? Se il presente è semplicemente futuro agli occhi del passato, e passato agli occhi del futuro, come può entrambi? Essere nel tempo significa abitare presente, passato e futuro simultaneamente? L’esistenza è collocata nella coordinata spaziale del tempo, o il tempo appartiene all’esistenza in modo differente? Siamo disposti nel tempo o siamo intrinsecamente temporalità? Il tempo sussiste in sé stesso o sussiste in quanto ‘nostro-tempo’? Se il tempo è inafferrabile come può essere sostanzializzato? La nostra esistenza nella sua essenzialità è semplicemente una sussistenza disposta nel recipiente temporale? Perché il trascorrere del tempo, seppur spiegato come accostamento uniforme di istanti, sembra muoversi in modo disomogeneo? Perché il tempo non basta mai all’uomo?
In continuità con la meditazione heideggerinaa sulla temporalità, lontana da ogni sorta di tentativo di porre rimedio al ‘problema temporale’, questa tesi affronta quesiti oltrepassandoli, non evitandoli o ignorandoli ma illuminandoli alla luce dell’autentico temporalizzarsi della temporalità originaria e della sua essenziale correlazione all’essere e all’Esserci - all’esistenza gettata in questo rapporto di essere-e-tempo.
La comprensione dell’esistenza dell’esserci come essere-tempo non verrà ridotta all’approdo in un nuovo senso temporale, qualitativamente superiore rispetto alla dimensione quotidiana, bensì si farà carico della complessità costitutiva del tempo partendo da sé stessa, nella sua libertà.