Abstract:
Tra gli artisti che hanno celebrato il mito della femme fatale spicca Gabriele d’Annunzio a cui va riconosciuto l’innato talento di aver “psicanalizzato” ante litteram l’universo femminile, in tutte le sue opere dal teatro, ai romanzi fino alla poesia.
Musa o demone, amore platonico o carnale, madre, sorella o amante, in d’Annunzio la donna è poliedrica e viene infatti «vista come un personaggio mutevole, che assume valenze diverse a seconda delle fasi creative e dei generi letterari toccati dall’autore».
In altri termini, cambia forma a seconda dell’uso creativo che deve farne il poeta che come vedremo più avanti parte sempre da una base autobiografica.
D’Annunzio va oltre però: supera la dicotomia donna angelo/femme fatale (che resta comunque l’asse portante di tutta sua poetica) descrivendo le mille sfaccettature femminili, i loro pensieri, i loro sentimenti entrando con loro in perfetta sintonia ed empatia.