Abstract:
La crisi del modello di Business tradizionale, legato esclusivamente alla realizzazione di un profitto per i soci dell’impresa a cui tale modello era applicato ha portato all’avvento di un nuovo modo di fare impresa. Un nuovo modello in cui l’obiettivo principale dell’impresa non è esclusivamente quello del profitto ma quello di avere un impatto positivo per tutti i portatori di interesse che gravitano intorno a quell’impresa.
Le società Benefit sono una forma societaria nata negli Stati Uniti d’America e riconosciute in Italia a partire dal 2016. Negli ultimi tempi hanno ottenuto un rapida diffusione tant’è che ad oggi in Italia si contano circa mille società Benefit quando, pre-pandemia nel 2019, erano solamente cinquecento.
Questo dimostra come il mercato abbia richiesto ed accolto con una sempre maggior sensibilità l’accelerazione sul tema della responsabilità sociale d’impresa.
Questo non vuol dire trasformare la propria azienda in una no profit, diventare società benefit infatti significa adottare un modello di business virtuoso, ma pur sempre un modello di business. Quello che cambia è la prospettiva, anche per coloro che sono già sensibili alle tematiche sociali ed ambientali, non più obiettivi di sostenibilità di breve termine ma adottare una visione di lungo periodo rispetto all’impatto positivo che l’azienda può avere sulla comunità.
Il processo per trasformare la propria impresa in società benefit inizia con l’inserimento nello statuto di cinque pilastri su cui si fonda l’impegno ad essere benefit: le persone, l’ambiente, la governance, la comunità ed infine i clienti e fornitori. Il protagonista più importante di questo processo è sicuramente la governance; sono infatti gli amministratori che devono essere consapevoli ed allineati rispetto ai principi di etica e alla visione generale inserita nello statuto al fine di mettere in atto buone pratiche volte al benessere delle persone ed a tutelare l’ambiente.
Il rispetto ed il conseguimento di questi obiettivi viene misurato attraverso una relazione di impatto che l’impresa deve presentare annualmente in concomitanza con la presentazione del bilancio d’esercizio. A supervisionare su questa relazione e sugli obiettivi sta prendendo sempre più piede la figura del “Responsabile di impatto” nominato all’interno del consiglio di amministrazione e sottoposto alla vigilanza del Garante per la concorrenza.
Si vuole quindi introdurre un modello diverso di fare impresa sia per motivi etici, sia per vari motivi di business, in misura sempre maggiore infatti il mercato richiede alle imprese di non essere solamente efficienti ed innovative ma anche responsabili rispetto all’ambiente ed alle comunità in cui esse operano.