Abstract:
Il presente elaborato tratta dell’evoluzione normativa e della prassi nel diritto cinese in materia di molestie sessuali, con un inquadramento specifico sulle condotte perpetrate nel mondo del lavoro. Lo studio si prefigge l’obiettivo di mostrare l’aumento dell’attenzione che, nell’ultimo ventennio, il Legislatore e il Governo hanno riposto sul problema, pur evidenziando la persistenza di molteplici ostacoli che ne rallentano la risoluzione. L’elaborato parte dall’importazione in Cina, negli anni ’90, del concetto straniero di “molestie sessuali”, per passare poi all’ingresso e all’evoluzione della fattispecie nell’ordinamento cinese e condurre infine un’analisi sulle sanzioni a cui gli autori di questi comportamenti possono essere sottoposti. Nel secondo capitolo il focus si restringe sulle condotte sessualmente moleste perpetrate nel mondo del lavoro: inizialmente vengono presentati alcuni recenti dati a riprova della gravità e della frequenza con cui tali condotte sono poste in essere e, a seguire, vengono analizzate le disposizioni, adottate soprattutto nell’ultimo decennio, atte a contrastare il fenomeno, riponendo particolare attenzione sugli obblighi e sulle responsabilità a carico del datore di lavoro. L’elaborato si conclude mettendo in luce gli ostacoli più evidenti che si frappongono all’eliminazione del problema e che rafforzano la cosiddetta “cultura al silenzio”, ovvero il fatto che la maggior parte delle vittime non cerchi aiuto esterno. Vengono utilizzati più livelli d’analisi: da una parte vi sono ostacoli di natura sociale e culturale, con la “normalizzazione” delle molestie sessuali sul lavoro e la dilaniante mentalità del “victim-blaming”, dall’altra parte persistono alcune lacune normative, imputabili in parte all’assenza di una legge nazionale ad hoc, ed infine si rileva un divario tra quanto sancito dalla legge (law in the books) e quanto effettivamente applicato (law in action).