Abstract:
Il seguente elaborato prende in esame l’ambizioso Piano di sviluppo e innovazione saudita lanciato nel 2016 dal Principe ereditario Moḥammad bin Salmān, noto come Saudi Vision 2030. Attraverso un’analisi critica del novello programma, cercherò di dimostrare che i grandiosi obiettivi annunciati s’avvicinano più all’utopia che alla realtà. Esso, infatti, non è altro che l’ennesima retorica sfruttata strategicamente per recuperare la, sempre più vana, autorevolezza reale. I plurimi scopi promossi rispecchiano un’antica e rinomata necessità, quale la diversificazione di un’economia completamente subordinata al comparto petrolifero.
Il primo capitolo, attraverso l’approfondimento delle teorie del rentierismo e la presentazione di dati statistici, dimostrerà l’incondizionata subordinazione della stabilità politica al settore energetico, essendo il Regno noto come secondo produttore di petrolio a livello globale. Una rapida menzione dell’evoluzione storica delle politiche economiche, dal 1938 (data di scoperta dell’oro nero) ai giorni nostri agevolerà la comprensione degli incentivi ricevuti da Re Salmān per promuovere la Vision 2030. Il secondo capitolo si concentrerà sulle intimidazioni, tanto politiche quanto economiche, che spinsero i vertici del Regno a promuovere impellentemente l’avvincente Piano di sviluppo che verrà nel dettaglio presentato nel terzo capitolo. Infine, l’ultimo capitolo si focalizzerà sull’analisi del mercato del lavoro saudita, sugli obiettivi prefissati e sulle distorsioni da cui questo è gravato.