Abstract:
La metafisica classica ha conosciuto diversi tentativi di ripristino lungo il XX secolo. Le riproposte che troviamo lungo il secolo differiscono in scopo e metodo; il presente lavoro si è quindi proposto di indagare i punti di convergenza fra due protagonisti di questo risveglio: Pierre Boutang e Gustavo Bontadini. Questi autori, sebbene furono contemporanei, non ebbero mai l’opportunità di conoscersi e di sfruttare di una lettura di - o di un confronto con - l’opera dell’altro. Questo lavoro intende rimediare, anche se molto imperfettamente, a questa assenza. Attraverso un’analisi di alcune delle tematiche principali del opus major di Boutang, Ontologie du secret, abbiamo proposto di vedere in che modo le due filosofie si potevano incontrare e relazionare, nonostante le differenze di formazione, di stile, di interessi e di discorso. Ci siamo interessati alle possibili convergenze fra le diagnosi delle filosofie moderna e contemporanea che troviamo nei nostri due autori, e il modo in cui ripropongono la questione dell’essere in linea classica. In particolare, abbiamo messo in evidenza in che modo gli strumenti fornitici dall’opera bontadiniana (fra i quali il “Dualismo gnoseologico”, l’ “Unità dell’Esperienza” e la semantizzazione dell’essere) ci consentono di rileggere il saggio di Boutang in modo costruttivo.