Abstract:
Questa tesi si propone di studiare due esperienze di accoglienza di profughi avvenute in maniera spontanea nei comuni dell’Olgiatese, in Provincia di Como, alla frontiera con la Svizzera. La prima si è verificata nell’autunno del 1989, con l’arrivo principalmente di giovani uomini libanesi in fuga dal conflitto civile nel paese. La seconda ha avuto luogo a partire dall’autunno del 1993, quando famiglie bosniache in fuga dalla guerra hanno trovato rifugio nella casa parrocchiale di Valmorea. Ad accomunare questi due casi è la dinamica di respingimento, dal momento che l’intenzione dei profughi inizialmente era di chiedere asilo in Svizzera o raggiungere i propri familiari in Nord Europa. Impossibilitati a oltrepassare il confine, essi sono stati costretti a rimanere in Italia, nei comuni di frontiera della Provincia di Como.
L’ambito di ricerca è la ricostruzione della memoria delle forme di accoglienza fondate sulla solidarietà spontanea di alcune famiglie italiane e sull’attivazione di legami comunitari su questo territorio che presenta peculiarità proprie, a causa della presenza della frontiera svizzera. Queste esperienze sono avvenute prima dell’istituzionalizzazione e della professionalizzazione del sistema nazionale di accoglienza dei richiedenti asilo.