Abstract:
Oriente e occidente si guardano il più delle volte a due passi di distanza, diceva Edmond Jabès. La stampa italiana è finita molte volte sul banco degli imputati per il modo in cui traduce culturalmente e rappresenta l'Islam e la cultura musulmana, allungando le distanze tra le due parti invece che aiutarle a percorrere quei due passi che le separano. L'idea di trattare il rapporto, spesso conflittuale, tra Yusuf al-Qaradawi e i mezzi di comunicazione nasce da questo tipo di osservazioni. Considerato da molte redazioni e in alcuni ambiti accademici come un estremista religioso, un “predicatore di odio”, Qaradawi è sicuramente la figura religiosa più carismatica e influente del mondo sunnita ma anche la più controversa. La tesi si propone di analizzare il pensiero di Qaradawi - tratto dai suoi libri in lingua originale - confrontandolo con articoli provenienti da varie testate italiane, evidenziando e dimostrando come il pensiero e le idee dell' 'ālim egiziano siano inserite in contesti ideologizzati che rispecchiano lo schema valoriale occidentale. Trattando il suo pensiero, vedremo anche come la stampa traduce e trasporta fra due sistemi culturali così diversi le tematiche centrali che costituiscono oggi il fulcro del dibattito sul mondo islamico: la possibilità di un dialogo interreligioso, la questione palestinese e la condizione della donna. Dimostreremo come la lettura di questi argomenti secondo uno schema interpretativo puramente occidentale abbia giocato un ruolo determinante nel processo che ha portato ad attribuire a Yusuf al-Qaradawi l’etichetta di estremista.
Inquadreremo inzialmente la vita e il pensiero di al-Qaradawi, per poi passare alla questione preminente e dirompente del dialogo. Il secondo capitolo sarà dedicato al concetto di fondamentalismo e alla questione palestinese, mentre quello successivo affronterà la questione femminile. Alla fine di ciascuno di questi capitoli saranno analizzati alcuni articoli comparsi su varie testate italiane, in modo da vedere come i mezzi di comunicazione incidono sulla formazione dell’opinione pubblica riguardo ai suddetti argomenti e, conseguentemente, sull’immagine di Yusuf al-Qardawi. E’ importante notare che tali osservazioni si avvarranno degli strumenti della linguistica, della semiotica e dell’antropologia al fine di escludere commenti di merito e giungere ad un’analisi scientifica dei testi in esame.
Non si tratta quindi semplicemente di polemizzare il ruolo della stampa o di difendere Qaradawi, ma di intraprendere un percorso che ci permetta di illuminare i diversi sistemi valoriali, le differenze culturali, le difficoltà di traduzione e le contrapposizioni ideologiche che entrano in gioco fra questi opposti estremismi.