Abstract:
Più di 6,6 milioni di rifugiati siriani hanno dovuto affrontare la "migrazione forzata" a causa della guerra in Siria, iniziata nel 2011. Un numero significativo di loro ha cercato rifugio nei paesi europei, attraversando la frontiera turca. Ciò nonostante, l'Unione Europea non è stata in grado di gestire un tale afflusso di migranti, che ha portato a una destabilizzazione all'interno dei suoi confini. Tuttavia, questa destabilizzazione è stata considerata vantaggiosa per la Russia e la Turchia, per le quali i rifugiati siriani sono diventati un mezzo per raggiungere gli obiettivi politici e/o economici dei paesi.
Questa tesi mira ad analizzare come la Russia e la Turchia siano state viste come armi per la migrazione e si interroga su come queste strategie abbiano giovato loro. Affronta anche in dettaglio le azioni della Russia, compreso il bombardamento di civili in Siria; il suo uso della propaganda per fomentare il confronto tra i rifugiati in Europa e i suoi abitanti e gli sforzi di Putin per riportare a casa i rifugiati siriani. Inoltre, questa tesi esamina l'accordo sui rifugiati UE-Turchia e la guerra di propaganda tra Ankara e Atene.