Abstract:
Il lavoro agile è stato introdotto nell’ordinamento italiano con la legge n. 81/2017. All’art. 18 comma 1 di suddetta legge, il lavoro agile viene definito come una modalità di esecuzione della prestazione lavorativa effettuata mediante l’utilizzo di strumenti tecnologici, caratterizzata dall’assenza di vincoli di orario e di luogo, svolta in parte all’interno e in parte all’esterno della sede di lavoro con l’obiettivo principale di conciliare i tempi di vita e di lavoro e di incrementare la competitività. Nel primo capitolo si vuole analizzare la fattispecie del lavoro agile e le sue origini. Viene così analizzato il telelavoro che si pone come “predecessore” del lavoro agile, ma dal quale differisce sotto alcuni aspetti. Successivamente, vengono analizzate le prime sperimentazioni di lavoro agile introdotte dalla contrattazione collettiva a partire all’incirca dal 2012, che rappresentano una risposta a talune rigidità della disciplina del telelavoro e sono un’anticipazione della legge sul lavoro agile. Successivamente, vengono analizzati nel dettaglio gli artt. 18-23 della legge 81/2017 e alcune criticità di questa fattispecie. Nel secondo capitolo, sono analizzati i contratti collettivi successivi alla legge 81/2017 in materia di lavoro agile allo scopo di capire in che modo interviene la contrattazione collettiva. Questo perché, nonostante all’origine della fattispecie ci siano i contratti collettivi, il legislatore, nel disciplinare il lavoro agile, non ha introdotto l’obbligo al rinvio alla contrattazione collettiva ma ha indicato solo un accordo individuale come unica forma di regolamentazione. L’elaborato ha infatti lo scopo di analizzare in che modo interviene la contrattazione collettiva, se amplia o restringe la categoria in esame. Nell'ultimo capitolo vengono analizzati le conseguenze del lavoro agile nell’organizzazione del lavoro.