Abstract:
L’elaborato si propone di analizzare le principali novità in ambito sanitario introdotte in seguito all’emergenza causata dal dilagare del virus SARS-CoV-2.
Vengono riportati i principali eventi che hanno segnato la storia italiana negli ultimi due anni, con uno sguardo più approfondito alla situazione nella Regione Veneto.
È dimostrato l’impegno dei sanitari in prima linea nella lotta contro il Coronavirus, visti anche i contagi in questo settore e gli alti costi per lo Stato.
Risulta evidente dai numeri riportati che gli operatori sanitari si sono trovati in prima linea fin da marzo 2020 ma in numero insufficiente, come molte strutture sono risultate non adeguate alle terapie necessarie.
È stato così previsto il rafforzamento del personale e dei reparti ospedalieri che però non ha risolto completamente la situazione.
Per analizzare come lo Stato abbia cercato di sostenerli la tesi di laurea indaga la quesitone da un punto di vista della dottrina giuslavorista, affrontando il tema della malattia professionale e dell’infortunio sul lavoro visto il riconoscimento di questo nel caso di infezione da Coronavirus.
Inoltre, uno sguardo è volto agli indennizzi e ai diversi bonus previsti dalla normativa in tema di diritto del lavoro dato il loro rischio elevato di contagio e l’impossibilità di rimanere a casa nel periodo del lockdown, anche quando i figli non potevano andare scuola.
Il lavoro di ricerca propone anche un’analisi della contrattazione collettiva, proponendo un confronto tra la normativa pandemica emergenziale e ciò precedentemente previsto dal CCNL sanità, nonché un’analisi di parte della normativa come il D.L. 1 aprile 2020 n. 44, in tema di rifiuto dell’obbligo vaccinale degli operatori sanitari.
Infine, si è affrontato il tema della responsabilità sanitaria, dello scudo penale a protezione dei sanitari in prima linea durante l’emergenza e la campagna di vaccinazione, visti alcuni casi di reazioni avverse, e dell’operato dei volontari.