Abstract:
Per far fronte all’emergenza economica dovuta alla pandemia mondiale e tamponarne i possibili effetti disastrosi, i governi mondiali hanno deciso di erogare di ingenti risorse finanziarie per il sostegno di famiglie ed imprese attraverso il massiccio ricorso al debito pubblico. Tale situazione però non può essere duratura, una volta usciti dalla fase emergenziale diventerà impellente rientrare dai pesanti deficit accumulati, probabilmente attraverso una riallocazione e riduzione della spesa specie per quei paesi, come l’Italia, che già in epoca pre-Covid si presentavano con condizioni i bilancio alquanto precarie. Da questa constatazione un pericolo può derivare dal fatto che le spese per la protezione sociale ed ambientale possano essere riviste verso il basso. Per sopperire a questo l’elaborato vuole mettere in evidenza una possibile strada complementare, l’Impact Investing, per supportare le spese di welfare in modo tale da, quantomeno, mantenere adeguati livelli di prestazioni socio-ambientali. Per iniziare verranno identificate le fattispecie che possono rientrare all’interno di questo concetto, attraverso la molteplicità dei punti di vista riscontrabili in letteratura, non esiste infatti una definizione univocamente accettata di finanza ad impatto sociale. Per poter meglio comprendere il perimetro della finanza ad impatto verranno classificate la domanda e l’offerta di capitale ad impatto sociale, dando particolare attenzione anche al ruolo degli intermediari. Successivamente si passerà all’identificazione dei principali strumenti finanziari utilizzati in questo ambito i quali possono essere suddivisi essenzialmente in tre categorie: azionari, di debito e ibridi. Fra quest’ultimi verrà data particolare attenzione ai Social Impact Bonds in quanto strumenti molto innovativi data la presenza di una remunerazione basata sui risultati sociali conseguiti, ma anche molto complessi. Di seguito verranno approfondite le tecniche di misurazione più utilizzate a livello globale per la valutazione della combinazione tra rendimento economico ed impatto socio-ambientale. Inoltre verranno anche presentati due interessanti proposte di modifica a classici modelli applicati alla finanza tradizionale (il CAPM e il Black-Litterman) per poter essere applicati nel campo degli investimenti impact. Proseguendo si andranno ad identificare le dimensioni assunte dal il mercato dell’Impact Investing nel corso degli anni. Per farlo ci si è avvalsi di indagini condotte dal Global Impact Investment Network (GIIN) e da altre organizzazioni che, a partire dal 2010, hanno cercato di dare una dimensione a questo mercato attraverso interviste ai principali investitori. Di seguito ci si addentrerà nello specifico della espansione all’interno di quelle regioni nelle quali si registrano ancora rilevanti sacche ed arretratezza sociale ed economica, come ad esempio l’Africa Sub-Sahariana.
Le premesse dalle quali è questa tesi risultano particolarmente evidenti in Italia dato l’enorme peso del debito publico, già negli anni pre-pandemia. Il nostro paese dovrebbe quindi riflettere attentamente sull’opportunità di espandere le dimensioni del mercato domestico dell’Impact Investing data la presenza di un florido ecosistema di enti di volontariato e di terzo settore (che verranno analizzati basandosi su studi effettuati da Istat e dall’Euricse) con elevate capacita nell’intervenire per far fronte a problematiche sociali. In questa parte verrà quindi approfondito lo stato dell’arte della finanza ad impatto italiana e la sua evoluzione nel tempo. In conclusione verrà esposto l’impatto della pandemia da COVID-19 sul mercato dell’Impact Investing. Attraverso delle indagini effettuate dal GIIN è possibile si possono cogliere le opportunità offerte dal mercato ed i conseguenti cambiamenti necessari adottati dagli investitori in termini organizzativi, geografici e di allocazione settoriale delle risorse.