Abstract:
Senza alcuna pretesa di completezza il presente elaborato si pone lo scopo di sondare, da un punto di vista storico-artistico, le vicende intercorse durante la fine degli anni Settanta fino alla fine degli anni Ottanta. Periodo questo che ha visto nascere ed affermarsi la corrente della Transavanguardia e momento durante il quale, gli artisti iniziano ad allontanarsi dalle espressioni astratte e concettuali delle neoavanguardie per approdare a un ritorno ai gesti e alle materie elementari, spinti da un bisogno di allontanarsi dal clima altamente politicizzato largamente diffuso nei decenni precedenti. L’obbiettivo dell’elaborato consiste in un’esaustiva analisi delle vicende storiche e politiche che hanno scaturito il bisogno degli artisti postmoderni di allontanarsi dalle neoavanguardie del secondo dopoguerra, dalla sperimentazione artistica spinta all’eccesso dall’arte concettuale, per prediligere un ritorno a fare ricorso a medium e tecniche appartenenti alla tradizione artistica e scegliendo la figurazione come mezzo espressivo preferito. Nel corso del presente lavoro verranno analizzate così le spinte artistiche che hanno portano alla nascita della Transavanguardia, partendo dagli esordi del movimento arrivando alla storicizzazione della stessa con le mostre realizzate dopo il duemila. La ricerca si è concentrata nel definire la Transavanguardia confrontandola con i più importanti movimenti che si sono sviluppati in quegli anni, tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta, a partire dai Nuovi-nuovi di Renato Barilli e considerando poi la Nuova Scuola Romana dell'ex Pastificio Cerere di Via degli Ausoni in San Lorenzo, a Roma, l’Anacronismo di Maurizio Calvesi. Non si mancherà di effettuare un valido confronto con l’Arte Povera di Germano Celant, movimento cardine della seconda metà degli anni Sessanta che a livello metodologico si pone in netta contrapposizione con la Transavanguardia. Non avendo potuto analizzare la moltitudine di mostre che hanno visto protagonista la Transavanguardia, con la trattazione si è cercato di mettere a fuoco alcune delle esposizioni più importanti del movimento, che ne hanno caratterizzato la fama, come “Opere fatte ad arte” o la rassegna “Aperto 80” alla Biennale di Venezia del 1980 o le mostre dei primi degli anni Ottanta come “Transavanguardia Italia-America” organizzata nel 1982 presso la Galleria Civica di Modena e “Avanguardia Transavanguardia” del 1982 presso le Mura Aureliane a Roma. La trattazione prosegue, poi, con l’analisi a grandi linee di quella che è stata l’evoluzione successiva delle singole carriere artistiche dei trans-avanguardisti, considerando i percorsi intrapresi da ognuno una volta scemato l’entusiasmo iniziale. Successivamente, cercando di contestualizzare al meglio la Transavanguardia, è stato svolto un accurato studio sulle figure che hanno formulato giudizi di valore in riferimento al movimento, partendo dalle personalità che si sono espresse in riferimento alla Transavanguardia contemporaneamente alla nascita e al periodo di massima attività del movimento, come il critico d’arte Gillo Dorfles e il critico d’arte Giulio Carlo Argan. Si è cercato inoltre di di investigare alcuni dei movimenti nati in contemporanea alla Transavanguardia, movimenti artistici quali i Nuovi-nuovi di Renato Barilli, gli Anacronisti di Maurizio Calvesi e La Nuova Scuola Romana dell'ex Pastificio Cerere di Via degli Ausoni in San Lorenzo, a Roma. Poi si è giunti alla presa in esame del pensiero di alcuni critici che si sono pronunciati a posteriori sul gruppo; giudizi che sono correlati alle ultime mostre che vedono protagonisti i Trans-avanguardisti, come “Transavanguardia” - organizzata al Castello di Rivoli nel 2003 e - “La Transavanguardia italiana” - allestita a Palazzo Reale nel 2011. Come coronamento della mia tesi, ho avuto il piacere di poter intervistare personalmente Achille Bonito Oliva.