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La questione del cambiamento climatico è una delle tematiche più complesse e controverse del nostro tempo che ha assunto rilevanza centrale anche nel sistema economico-finanziario. Nonostante i dibattiti pubblici e le pubblicazioni scientifiche, rimane ancora incerto per i più esattamente cosa si intenda per “clima” e per “cambiamento climatico”. Con il primo termine si indica la temperatura media, l’umidità, le piogge che possono registrarsi in una zona geografica nel lungo periodo (anche anni o decenni) , mentre per cambiamento climatico si intendono le variazioni del clima della Terra. I cambiamenti osservati durante il XX secolo sono primariamente dovuti alle attività umane, quali l’utilizzo di combustibili fossili, i quali, contribuendo al rilascio nell’atmosfera di gas ad effetto serra, aumentano la temperatura sulla superficie terrestre, provocando il cosiddetto global warming. La centralità della questione climatica è stata accentuata anche a seguito dell'Agenda 2030 , piano d'azione per la sostenibilità sottoscritto nel 2015 dai paesi membri dell'ONU. Di fondamentale importanza è stata la rivisitazione dell'Agenda ad opera dello Stockholm Resilience Centre, il quale ha dimostrato come gli obiettivi economici e sociali siano subordinati al raggiungimento di quelli legati all'ambiente. Il cambiamento climatico ha effetti sulle determinanti sociali ed economiche della vita umana, quali la disponibilità dell’acqua, lo sviluppo dell’agricoltura, nonché lo sviluppo economico. Essendo l’investimento economico-finanziario complice e al tempo stesso vittima dei cambiamenti climatici, visti gli elevati impieghi di denaro in combustibili fossili, la domanda che ci dovremmo porre è se il sistema bancario, e più in generale quello economico-finanziario, debba iniziare ad occuparsi di tali questioni. Infatti, il rischio climatico può impattare sulla stabilità del sistema finanziario, dei prezzi e della politica monetaria. Le banche centrali dovrebbero, quindi, essere coinvolte nell’allineamento delle loro policy allo sviluppo sostenibile. Obiettivo di questo lavoro è, dunque, quello di illustrare i profili regolamentari in merito all’informativa alla clientela già definiti e quelli in corso di definizione da parte del legislatore, con riferimento alla cornice internazionale, nonché i rischi e le opportunità legati alla finanza sostenibile. In particolare, considerato il Piano d'azione per la finanza sostenibile, il riorientamento del capitale privato verso investimenti più sostenibili esige l’inclusione della sostenibilità nell’informativa fornita ai risparmiatori finali. La perfetta circolazione di informazioni in materia di sostenibilità non è ancora stata raggiunta, nonostante l’introduzione di regole giuridicamente vincolanti. La trasparenza, e quindi la tutela dei fruitori dei servizi finanziari, pur essendo tra le finalità della vigilanza, a tratti è vista dal legislatore come un mezzo per conseguire le altre finalità . Il mercato ideale è quello in cui vi è la piena comparabilità e comprensibilità dei prodotti e degli istituti, realizzata mediante una chiara e perfetta circolazione delle informazioni. La possibilità di compiere scelte ponderate e consapevoli incrementa la fiducia dei singoli nel mercato e un certo livello di concorrenzialità garantisce l’efficienza dell’allocazione delle risorse economiche. In conclusione, l'elaborato, dopo una valutazione dello scenario internazionale, analizza i regolamenti europei, la vigilanza nonché l'informativa resa alla clientela in materia di sostenibilità. |
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