Abstract:
Il presente elaborato ha lo scopo di mettere in luce il percorso di sviluppo della città di Dubai presentando in primo luogo la prospettiva storica a partire dagli anni che precedono il protettorato britannico (1892-1971) – periodo in cui i territori soprannominati Stati della Tregua venivano governati attraverso la stipula di un contratto sociale tra capotribù e i membri ad essa appartenenti -, fino all’affermazione degli sceicchi più rappresentativi dell’emirato di Dubai e delle loro iniziative che hanno contribuito, anche grazie agli introiti della commercializzazione del greggio, ad ergere Dubai da villaggio nel deserto a metropoli di lusso, meta di punta del turismo internazionale, fornitore di servizi e punto di riferimento per il mondo arabo, nonché città da record degna di nota su scala globale. Il percorso di sviluppo intrapreso dalla città di Dubai, che si colloca nel più ampio contesto degli Emirati Arabi Uniti, comprende una serie di elementi che potrebbero sembrare decisamente svantaggiosi ma che sono stati sapientemente gestiti e sfruttati dai leader della città, contraddistinti da una forte propensione al rischio; essi sono, ad esempio: il contesto geografico desertico sfavorevole allo sviluppo di qualsiasi attività produttiva, la disponibilità di quantità limitate di greggio e le costanti ondate di migrazione economica che hanno caratterizzato la città, soprattutto a partire dagli anni ’60.
Successivamente, l’elaborato si incentrerà su una recente iniziativa che ha avuto risonanza internazionale, la Dubai Happiness Agenda lanciata nel 2016 dallo Sceicco Muḥammad bin Rāšid Āl Maktūm, Vicepresidente e Primo Ministro degli Emirati Arabi Uniti, nonché Sovrano di Dubai con lo scopo ultimo di raggiungere un livello di felicità degli abitanti di Dubai del 95% entro il 2021. Tale progetto si colloca all’interno del più ampio Programma Nazionale per la felicità e il benessere dei cittadini guidato dal Ministro di stato per la Felicità ʿUhūd bint H̱alfān al-Rūmi e, sulla base della Gerarchia dei bisogni elaborata da Maslow, prevede quattro portfolio contenenti numerosi strumenti per la misurazione della felicità e il benessere dei cittadini all’interno di un quadro di riferimento che prende il nome di ABCDE of needs. Infine, l’elaborato mostrerà le criticità e i limiti dell’Agenda che, pur essendo un punto di partenza concreto rappresentativo della volontà dei leader di Dubai di dimostrare una maggiore apertura e un forte interesse nei confronti del benessere dei propri cittadini, dovrebbe essere più inclusiva e rivolgersi soprattutto agli abitanti di Dubai che in molti casi subiscono delle violazioni dei diritti umani, ovvero i lavoratori espatriati del settore edile e le collaboratrici domestiche provenienti dal Subcontinente indiano e dal Sud-Est asiatico. La parte finale dell’elaborato presenterà quindi delle prospettive dal basso, ovvero darà voce ai lavoratori espatriati del settore edile di Dubai, alle donne espatriate impiegate come collaboratrici domestiche, alle donne emiratine che godono invece di uno status economico che permette loro di prendere parte alla globalizzazione e, infine, ad alcuni impiegati italiani presso la Camera di Commercio Italiana negli Emirati Arabi Uniti (Dubai), ai quali è stato sottoposto un questionario dalla sottoscritta.