Abstract:
Nel 2016 la RPC approvò la prima legge anti violenza domestica (ADVL). Tuttavia, ad oggi, essa non ha ottenuto i risultati sperati. Le ragioni sono varie, tra cui la millenaria tradizione culturale cinese che vede la donna inferiore all'uomo, considerato il capo assoluto della famiglia. Da un punto di vista giuridico vi sono alcune contraddizioni: nella pratica giudiziaria la violenza domestica appare trattata in modo troppo scrupoloso, rappresentando spesso per le vittime un'arma a doppio taglio, sia perché molti giudici e tribunali danno un'importanza quasi smisurata alla raccolta di prove e alla mediazione tra le parti, sia perché gli organi di polizia, essenziali per la testimonianza delle vittime, spesso ignorano il reale pericolo in cui esse si trovano a causa di una concezione antiquata di violenza domestica, secondo cui essa è una questione privata. La legge penale, rilevante per questa tesi, verrà analizzata nel dettaglio: reati di abuso, lesioni intenzionali e omicidio doloso sono presenti nel codice penale. Tuttavia, nonostante in ambito familiare si traducano in violenza domestica, questi termini non sono presenti all'interno dell'ADVL. Dunque, si discuterà sulle soluzioni per una migliore gestione dei casi di violenza domestica e sull'eventuale criminalizzazione della stessa partendo dalla ADVL. Infine, verranno esaminati alcuni casi modello e una sentenza penale, per poter fare chiarezza sulla gestione reale da parte della legge cinese, soprattutto post-ADVL