Abstract:
La Regione autonoma uigura dello Xinjiang, nota anche come Xinjiang, rappresenta da decenni una delle sfide più importanti per l'agenda politica cinese. Dal 1955 essa fa formalmente parte dello Stato cinese, tuttavia, le minoranze etniche che la abitano sono culturalmente molto lontane dalla cultura Han. Situato nella parte nord-occidentale della Cina, questo territorio costituisce un sesto del totale dello Stato cinese e la patria di diverse comunità di lingua turca che hanno goduto, per molti secoli, di grande autonomia politica ed economica, consentendo alla Regione di divenire un fondamentale snodo commerciale in Asia e un luogo di incontro di numerose civiltà e culture. Suddetta autonomia ha creato in queste comunità un forte attaccamento al territorio e il desiderio di indipendenza dalla Cina, portando il Partito Comunista Cinese a temere che il separatismo etnico potesse minare all’unità e alla sicurezza nazionale. Malgrado negli anni siano state adottate varie misure per combattere questo fenomeno, descritto da parte del Governo di Pechino come la ragione alla base di tali politiche, lo scopo di questa tesi è evidenziare l'importanza strategica dello Xinjiang nella politica estera e nazionale cinese, analizzando come gli interessi economici stiano avendo un impatto negativo sui diritti umani delle minoranze etniche che vivono in Cina, in particolare sugli Uiguri. L’ascesa economica e il fabbisogno energetico in costante aumento hanno costretto la Cina a espandersi sempre più e a cercare nuovi corridoi economici che potessero garantire l’approvvigionamento di materie prime in modo tale da sostenere la crescita economica del Paese. Lo Xinjiang rappresenta il corridoio principale in questa sfida e offre alla Cina una vera e propria porta verso l’Occidente. Queste caratteristiche lo rendono un tassello fondamentale nel progetto lanciato dal Presidente cinese Xi Jinping nel 2013. Noto con il nome di Nuova Via della Seta, esso venne descritto come un progetto per promuovere e rafforzare la cooperazione e per unire gli sforzi nella costruzione di una cintura economica. Le migliaia di chilometri di confine con ben otto Paesi asiatici e la presenza di ricchi giacimenti di gas e riserve petrolifere parrebbero suggerire quali siano le vere ragioni che hanno portato Pechino ad attuare le politiche necessarie per garantire il controllo sulla regione, i suoi corridoi economici e le sue risorse.