Abstract:
Una volta delineato un quadro generale della poesia pugliese del Novecento (cap. I), il lavoro si propone di individuare e analizzare criticamente le figure di dodici poeti (cap. II-III) che testimonino di un rapporto speciale della poesia di quest’area con la natura - dunque con gli elementi naturali e con le vite animale, vegetale, minerale –, sostenuto da ragioni storico-geografiche e guardato alla luce filosofica di un peculiare pensiero meridiano che re-istituisce un rapporto positivo con il còsmos. I poeti scelti, disposti secondo un criterio anagrafico che ignora volutamente ulteriori suddivisioni sub-regionali, vengono sistemati in due blocchi macro-generazionali (1890-1920; 1921-1951) attraverso i quali si rende possibile seguire l’evoluzione storica e poetica di questo rapporto tra uomo e natura e tra paesaggio e città, specie in seguito all’industrializzazione del Mezzogiorno e agli stravolgimenti sociali seguiti al biennio ’68-‘70. Ai macro-temi di natura più generale e socio-filosofica che la tesi sfiora o evoca attraverso la poesia – animalità, post-umanesimo, post-ruralità, urbanesimo, industrializzazione, meridionalità/meridianità, marginalità geo-culturale, (anti-)canone – vengono dedicati brevi momenti teorici attingenti all’opera di alcuni importanti autori che ne hanno fatto dei motivi centrali del loro pensiero. Per ciascuno dei poeti selezionati, si riporta una dettagliata scheda bio-critica, con relativa bibliografia, e una breve selezione antologica.