Abstract:
Nell’ultimo decennio l’animazione giapponese sta godendo di una buona popolarità in Italia. Grazie anche alle piattaforme di streaming sono numerosi gli anime che vengono adattati e distribuiti nel nostro paese, e non è più raro che i lungometraggi più attesi siano anche distribuiti in sale cinematografiche, a dimostrazione della numerosità dei fan del genere.
Tra i prodotti di animazione giapponese più apprezzati in Italia non si può non menzionare i film realizzati dal celebre Studio Ghibli in particolare le opere del maestro Hayao Miyazaki. Tuttavia, questi sono spesso fonte di discussione tra i fan italiani. A dividere gli appassionati sono gli adattamenti realizzati per il mercato italiano redatti da Gualtiero Cannarsi, professionista del settore che ha lavorato su numerosi adattamenti di anime in Italia, diventato bersaglio di numerosi fan che criticano il suo lavoro per l’utilizzo di un linguaggio forzatamente forbito e arcaico, composto da frasi difficili da comprendere con una sintassi molto contorta che risultano in un italiano “goffo” e poco naturale.
Cannarsi ha sempre respinto le critiche mosse contro di lui supportando la fedeltà dei suoi dialoghi all’originale giapponese: una fedeltà non solo di significato generale delle battute, ma anche semantica, quando possibile, nella scelta delle parole che renderebbe il prodotto finale più “corretto”.
Attraverso l’analisi contrastiva del copione originale e dell’adattamento distribuito da Lucky Red nel 2014 del film Principessa Mononoke (もののけ姫, Miyazaki Hayao, 1997), questo elaborato si pone l’obiettivo di dimostrare se le critiche mosse dai fan abbiano senso di esistere su un piano oggettivo o rientrino banalmente in un dibattito su gusti soggettivi. Inoltre si cercherà di comprendere se un adattamento percepito come bizzarro e straniante, seppur formalmente corretto, possa influire negativamente sulla comprensione e apprezzamento del film da parte del pubblico.
La scelta dell’opera presa in analisi è ricaduta su Principessa Mononoke, non solo perché è forse uno dei lavori più controversi di Cannarsi, anche per l’esistenza di un precedente adattamento in italiano, ma in questo caso con traduzione indiretta dall’inglese, distribuito da Buena Vista Home Entertainment nel 2000, anche quest’ultimo soggetto di critiche per aver modificato alcune linee di dialogo deviando anche il senso generale del film.
Fondamentale per l’analisi dell’adattamento è stato anche un topic su un forum di appassionati delle opere dello Studio Ghibli in cui lo stesso direttore al doppiaggio Gualtiero Cannarsi (sotto il nickname: shito) ha raccontato il suo approccio alla stesura dei dialoghi italiani e interagito con altri fan rispondendo a critiche e osservazioni. Da tale blog il presente studio estrarrà e prenderà in esame le domande ed i commenti più significativi rivolti dai partecipanti all'adattatore, in quanto spesso congruenti con le numerose critiche reperibili online circa il controverso adattamento.