Abstract:
Al Museo della Battaglia di Vittorio Veneto, a Vittorio Veneto, in provincia di Treviso, è conservato, all’interno delle sale dedicate all’occupazione austro-ungarica del Friuli e del Veneto, un reperto che sembra venire ignorato dai visitatori, a causa della collocazione in un corridoio di transito e tra due pannelli grigi (dietro i quali si celano degli schermi su cui vengono riprodotti in loop dei filmati didattici), che attirano maggiormente l’attenzione di chi si reca al Museo.
Il reperto è il frontespizio di un opuscolo stampato a Venezia, e reca il titolo L’Epilogo del processo Troyer: la sentenza assolutoria di Casoni Giovanni e Vazzoler Luigi.
Al piano superiore del Museo della Battaglia, nella sala detta “degli Eroi”, che conserva le tracce dell’originario allestimento del 1938, si possono vedere, in una teca, altri reperti collegati alla Sentenza, ovvero gli Appunti defensionali in fatto per Giovanni nob. Casoni e Contro una persecuzione. Appunti in difesa di Francesco nob. Troyer. Qual è il contenuto di questi reperti? Qual è la storia che è racchiusa al loro interno? Chi erano Francesco Troyer, Giovanni Casoni e Luigi Vazzoler?
È noto, a Vittorio Veneto, che Francesco Troyer (1863-1936) era stato il fondatore del Museo del Cenedese, l’altro fiore all’occhiello del sistema museale vittoriese. Per quanto riguarda Giovanni Casoni (1888-1944), questi era l’ultimo esponente maschile di una antichissima famiglia di Serravalle (che, con Ceneda, costituisce nel 1866 il comune di Vittorio Veneto), a cui sono stati dedicati, negli anni, innumerevoli convegni di ricerca storica e dai cui lombi è nato il poeta Guido, a cui è stata dedicata una via cittadina. Mentre il falegname Luigi Vazzoler era il patrigno del Casoni, avendone sposato la madre.
Questo elaborato indaga la storia personale di Giovanni Casoni, dei suoi rapporti con Francesco Troyer, suo tutore e dominus, fa luce sulle vicende dell’Occupazione austro-ungarica del 1917-1918 e sul ruolo che Giovanni Casoni e Francesco Troyer ebbero, a sostegno della popolazione e del Regio Esercito italiano. Indaga sul processo che dovettero subire a guerra conclusa, sul dopoguerra e la nascita del Fascismo a Vittorio Veneto, il suo apogeo e la caduta il 25 luglio 1943, il sorgere del Partito Fascista Repubblicano e le prime azioni del movimento partigiano nel Vittoriese.
E lo fa attraverso la parabola umana di Giovanni Casoni, dalla nascita fino alla morte, ucciso dai fascisti repubblichini nel corso di una rappresaglia il mattino del 12 aprile 1944, vittima delle gazzarre per cui Vittorio Veneto è naturalmente predisposta, ma pure testimone e attore delle trasformazioni che hanno portato alla nascita della Vittorio Veneto odierna.