Abstract:
Il lavoro di ricerca intende aprire una riflessione inerente al valore delle pratiche portate avanti dalla sezione danza dell’organizzazione Operaestate Festival Veneto di Bassano del Grappa e agli intenti che si celano dietro a queste, legati a una nuova visione del ruolo e del potenziale, della pratica e della fruizione della danza all’interno della società. Emerge, difatti, il quadro di una realtà che si spinge ben oltre un Festival, in cui la danza esce dai teatri per rientrare nella vita quotidiana delle persone. La lettura dei processi, che stanno prendendo forma e si stanno evolvendo all’interno di questo contesto, avverrà alla luce di uno sguardo più ampio, che tiene conto dello sviluppo dell’articolata rete di relazioni che Operaestate Festival Danza / Centro per la Scena Contemporanea (CSC) ha coltivato tanto sul piano cittadino, regionale, nazionale, quanto soprattutto sul piano europeo e internazionale. Il primo caso di studio si riferisce alle attività che hanno segnato la conclusione del progetto europeo Migrant Bodies – Moving Borders: il simposio finale del 12 e 13 luglio 2019. Il secondo caso di studio concerne invece il progetto coreografico Folk Manifold, realizzato per la città di Bassano dalla coreografa Masako Matsushita in collaborazione con quattro danzatrici del territorio e il danzatore gambiano Lamin, portato in scena per la prima volta in piazza Garibaldi il 12 luglio 2019. La pratica e la fruizione della danza si fanno strumenti d’incontro, negoziazione e costruzione di relazioni, riposizionamenti, riappropriazione di spazi sociali e di visibilità, configurandosi come mezzi per dare avvio a processi di cambiamento all’interno della società. Particolarmente interessanti risultano il desiderio di artisti e operatori di espandere i confini della disciplina della danza contemporanea e assumere un ruolo attivo nel territorio, così come le strategie impiegate per raggiungere questi obbiettivi. Emergono in questo senso, nei progetti e nelle pratiche costruite nel contesto di Operaestate, numerose affinità con l’antropologia pubblica e applicata, sia da un punto di vista delle metodologie e dei principi di ricerca e di azione, sia da un punto di vista divulgativo. È presente il desiderio di ampliare il bacino di persone a cui ci si rivolge e di diffondere concetti e pratiche che permettano, ad esempio, il superamento degli stereotipi e delle difficoltà legate all’affrontare la diversità. Viene adottata l’espressione Public Dance, coniata da Tamisari in relazione alla costruzione del parallelismo sviluppato in questa tesi e alla scelta dei luoghi in cui si sviluppano i progetti e vengono agite le performance.