Abstract:
Lo scenario politico contemporaneo risuona di ossessivi riferimenti all’identità, alla cui salvaguardia sembrano sacrificabili margini sempre più ampi di libertà e diritto, mentre la retorica della sicurezza fa proprie le immagini dell’assedio, dell’invasione e della contaminazione. Le stesse paure sono rintracciabili lungo tutto il corso della storia e ognuna ha inventato forme mostruose, in una costante dialettica fra “ritorno” e metamorfosi: il corpo del mostro è un corpo frammentato e impuro; è un corpo grottesco, perché travalica i limiti; lungi dall’essere un mero riflesso dell’inconscio, non solo può appartenere alla problematicità di ciò che chiamiamo “sé”, ma rispecchia la profonda ambiguità del nostro rapporto con i concetti di unità e uguaglianza., a un tempo oggetto di desiderio e di repulsione. Il presente lavoro vuole studiare la letteratura attraverso la categoria di la mostruosità, al fine di ripensare il valore del confine e il ruolo politico delle narrazioni letterarie e culturali.