dc.contributor.advisor |
Matutini, Elisa |
it_IT |
dc.contributor.author |
Micale, Elena <1994> |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2021-06-25 |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2021-10-07T12:38:29Z |
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dc.date.issued |
2021-07-23 |
it_IT |
dc.identifier.uri |
http://hdl.handle.net/10579/19999 |
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dc.description.abstract |
Il presente elaborato verte sulle problematiche e le criticità che caratterizzano l’importante strumento dell’affidamento familiare e sulla sua effettiva efficacia in ambito di tutela, rispetto al minore allontanato dal proprio nucleo familiare per negligenza genitoriale.
Uno strumento utilizzato nel lavoro sociale che si pone tra i legami affettivi genitori-figli per sopperire a situazioni di fragilità che metterebbero a rischio lo sviluppo psico-fisico del bambino, intervento fondamentale quanto delicato, considerando che non è mai semplice allontanare un bambino dal proprio nido, anche se disfunzionale e poco adeguato alla sua crescita. È un momento di rottura importante che ha bisogno di un alto livello di supporto e accompagnamento in tutte le sue fasi d’azione, pena la conflittualità e la frustrazione di tutti gli attori coinvolti nel progetto: la famiglia d’origine, la famiglia affidataria, i minori e gli operatori sociali.
Importante per comprendere meglio l’affidamento familiare è riflettere sulle caratteristiche peculiari di questo importante intervento che tutela il bambino a crescere ed essere educato nella propria famiglia; ripercorrendo le tappe storiche e legislative che lo hanno istituito, facendo attenzione sull’effettiva applicabilità della teoria nella casistica che si presenta di routine nei Servizi di tutela minorile e ponendo l’accento sulla caratteristica principale dell’affido, ovvero il requisito della temporaneità.
Una questione ambigua dell’affidamento familiare viene rappresentata della temporaneità e di come questa si configuri, nella maggior parte dei casi, in continue proroghe, trasformando un affido temporaneo in un affido sine die, perdendo il focus dell’azione progettuale prestabilita.
A tal proposito viene messo in discussione l’istituto giuridico che regola l’affidamento familiare e di conseguenza anche gli strumenti metodologici utilizzati dagli operatori sociali nelle pratiche di affido, prediligendo nuove metodologie e approcci di lavoro partecipativi e anti-oppressivi, in grado di mettere al centro del progetto la famiglia e il suo empowerment, favorendo la relazione e il coinvolgimento di tutte le parti, rendendo il periodo di intervento “realmente” temporaneo.
Viene suggerita come alternativa all’affidamento familiare una forma preventiva e innovativa di intervento sociale, quale l’affiancamento familiare, una pratica di lavoro con le famiglie che apporta un nuovo sapere metodologico, denominato “Una famiglia per una famiglia”. Un metodo pensato per favorire le famiglie che hanno bisogno di essere sostenute nelle relazioni educative con i figli durante un momento di temporanea difficoltà, per evitare l’aumento di situazioni ad alta complessità socio-assistenziale, diminuire il rischio di allontanamento e rendere maggiormente sostenibile l’intervento dei servizi sociali, oltre che promuoverne il lavoro di Comunità.
In merito a quanto appena riportato, l'ultimo capitolo dell'elaborato comprenderà la parte empirica della tesi, che vedrà coinvolta l'équipe del Servizio di Protezione e Tutela dei Minori del Comune di Vicenza, alla quale sarà somministrato un questionario che avrà la finalità di indagare la propensione degli operatori in questione, ad accogliere nuove forme innovative di intervento sociale, in questo caso facendo riferimento all'affiancamento familiare e alle sue peculiarità. |
it_IT |
dc.language.iso |
it |
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dc.publisher |
Università Ca' Foscari Venezia |
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dc.rights |
© Elena Micale, 2021 |
it_IT |
dc.title |
Interventi di innovazione sociale preventivi all'affidamento familiare: Tutelare il Minore e la famiglia di origine |
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dc.title.alternative |
Interventi di innovazione sociale preventivi all'affidamento familiare: Tutelare il Minore e la famiglia di origine |
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dc.type |
Master's Degree Thesis |
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dc.degree.name |
Lavoro, cittadinanza sociale, interculturalità |
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dc.degree.level |
Laurea magistrale |
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dc.degree.grantor |
Scuola in Servizio Sociale e Politiche Pubbliche |
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dc.description.academicyear |
2020/2021-Sessione Estiva |
it_IT |
dc.rights.accessrights |
closedAccess |
it_IT |
dc.thesis.matricno |
853154 |
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dc.subject.miur |
SPS/08 SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI E COMUNICATIVI |
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dc.description.note |
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it_IT |
dc.degree.discipline |
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dc.contributor.co-advisor |
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it_IT |
dc.date.embargoend |
10000-01-01 |
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dc.provenance.upload |
Elena Micale (853154@stud.unive.it), 2021-06-25 |
it_IT |
dc.provenance.plagiarycheck |
Elisa Matutini (elisa.matutini@unive.it), 2021-07-12 |
it_IT |