Abstract:
La legge 23 marzo 1993, n.84 “Ordinamento della professione di assistenza sociale e istituzione dell’albo professionale, all’art.1 comma 3 recita: “La professione di assistente sociale può essere esercitata in forma autonoma o di rapporto di lavoro subordinato”. Già dunque all’inizio degli anni ’90 in questa importante normativa di riferimento la figura dell’assistente sociale viene evidenziata in una duplice opportunità di inquadramento.
Il profilo privato degli assistenti sociali è poco conosciuto e soprattutto le esperienze in questo campo sono limitate. Questo elaborato si pone quindi l’obiettivo di approfondire la conoscenza in tale ambito: conoscerne le caratteristiche, le risorse, le specificità, i punti di forza e allo stesso tempo le criticità e le debolezze, con il focus principale riguardante gli spazi professionali che tale figura può ricoprire.
Si inizierà, nella prima parte, con un’analisi storica e giuridica della professione, con particolare attenzione agli obblighi e agli adempimenti che devono essere messi in atto, per proseguire con qualche accenno in merito alla situazione italiana ed europea.
Nella seconda parte si evidenzieranno, grazie alle osservazioni derivanti dai racconti di alcune assistenti sociali libere professioniste, i vari ambiti di intervento. Si analizzeranno le diverse esperienze di queste professioniste, dalla volontà di intraprendere la professione, al target di riferimento dei loro servizi/interventi, al modo operativo scelto, agli spunti riflessivi in merito alla possibilità di far conoscere la libera professione.
Nella terza parte si prenderà in analisi uno studio professionale di servizio sociale della provincia di Padova, Studio Percorsi, creato e gestito da un’assistente sociale libera professionista. In particolare verrà posta l’attenzione sulla molteplicità di proposte di intervento e servizi offerti; sulle varie collaborazioni con istituti privati, pubblici e del Terzo settore, partnership all’interno delle quali la figura dell’assistente sociale autonomo acquisisce un ruolo diverso.
Infine verranno indicate le criticità emerse in relazione alla libera professione, sia dai racconti delle stesse professioniste, sia dall’esperienza di tirocinio della scrivente. Nella parte conclusiva, inoltre, si cercherà di delineare in maniera chiara il profilo di un assistente sociale libero professionista, indicando le possibili strategie da adottare in futuro per una definizione più precisa della figura professionale.