Abstract:
La tesi riguarda il tema della letteratura di viaggio, in particolare concentra l'interesse sui resoconti di viaggio di Italo Calvino in Francia, in URSS e in America nel corso del secondo Novecento. Nel primo capitolo si è ritenuto opportuno occuparsi della letteratura di viaggio, un genere letterario di difficile definizione e ricco di intersezioni con altre discipline. Si sono considerati i tre momenti chiave del viaggio e i sentimenti che essi suscitano nel viaggiatore: la partenza, il transito e l'arrivo. Si è poi analizzata la trasformazione del viaggio nel corso dei secoli, dapprima inteso come difficile prova da superare, quasi una punizione divina, e successivamente divenuto sinonimo di libertà e veicolo di conoscenza ed istruzione. A causa dei mass media scompare l'angoscia legata all'altrove e viene meno l'incontaminato da scoprire: il viaggio si trasforma in obbligo sociale associato al divertimento, allo svago e al relax. Come muta la concezione del viaggio, anche la scrittura si adatta ai tempi: si passa dal diario di viaggio al "travel blog". Siamo giunti alla fine dei viaggi? E attraverso quali tecniche compositive gli autori riescono a combattere il viaggio inteso come puro turismo?
Nel secondo capitolo si analizza la figura di Italo Calvino, uno degli scrittori di maggior prestigio nel panorama della letteratura novecentesca per l'eccellenza stilistica, per la forte tensione inventiva e per la grande apertura culturale. In particolare si affronta un'analisi contenutistica, linguistica e stilistica degli scritti di viaggio "Eremita a Parigi", "Taccuino di viaggio in URSS" e "Un Ottimista in America".