Abstract:
Il d.lgs. n. 14/2019, altresì noto come “Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza”, ha riformato, dopo quasi ottant’anni, la disciplina fallimentare dettata dal R.D. n. 267/1942, tutt’ora vigente. La principale novità introdotta dal Codice, destinato ad entrare in vigore il 1° settembre 2021, è rappresentata dalle “procedure di allerta e di composizione assistita della crisi”, il cui scopo è quello di favorire la continuità dell’impresa mediante l'emersione anticipata degli squilibri, evitando così la dispersione del valore aziendale. In tale ottica il Legislatore, nell’articolo 13 del Codice, ha definito gli indicatori della crisi, ossia i segnali che dovrebbero far assumere agli amministratori la consapevolezza di dover intraprendere il prima possibile le azioni necessarie per il ripristino del going concern. Al fine di favorire un quadro completo per l’analisi, il Legislatore ha altresì delegato il CNDCEC all’elaborazione di un set di indici il cui superamento fa ragionevolmente presumere lo stato di crisi dell’azienda. Dopo un primo capitolo volto alla spiegazione degli equilibri aziendali, delle cause della crisi e delle possibili soluzioni, nonché un secondo dove verrà effettuato un excursus storico della normativa fallimentare, verranno approfonditi il sistema di allerta definito dal Codice e gli indici della crisi cercando di valutare, anche tramite l’ausilio di un’analisi empirica, se il set di indicatori così definito sia realmente efficace ai fini di un'emersione anticipata. Le imprese che non dovessero ritenerlo idoneo, infatti, potranno derogarvi, inserendo e motivando in Nota integrativa gli indicatori ritenuti maggiormente efficaci.