Abstract:
Il volontariato fa parte del contesto sociale fin dall’antichità. Si è evoluto e diffuso nel corso del tempo, adattandosi ai diversi periodi storici e alle diverse difficoltà. In Italia le persone che si dedicano al volontariato, formale e informale, sono 6.63 milioni, pari al 12,6% della popolazione a partire dai 14 anni di età (Istat, 2014). È evidente come il volontariato sia un fenomeno estremamente diffuso e importante nella società attuale. Quest’anno, durante la pandemia Covid-19 è stato possibile apprezzare ulteriormente l’importanza di questo mondo, che ha contribuito e sta contribuendo, in maniera attiva in svariati ambiti di necessità. Emanuele Rossi presidente del Comitato scientifico del Centro di ricerca Maria Eletta Martini ha affermato “il volontariato ha fornito alle comunità servizi urgenti che il pubblico da solo non sarebbe stato capace di dare, ma ha anche rafforzato la coesione sociale e immesso nel sistema fiducia e senso di appartenenza in un momento delicatissimo della nostra storia. In definitiva quella cultura del volontariato da cui l’Italia deve ripartire per superare la crisi” (VITA, 2020).
A partire dal 2017 la Riforma del Terzo Settore è intervenuta per riorganizzare il mondo del non profit, che fino a quel momento era governato da leggi speciali, norme civilistiche e prescrizioni fiscali. Rientrando nel Terzo Settore, anche le Organizzazioni di Volontariato sono interessate a questo cambiamento, dovendo apportare alcune modifiche che ne garantiscano la sopravvivenza. La seguente tesi ha l’obiettivo di analizzare in che modo le Organizzazioni di Volontariato (OdV) sono state coinvolte da questa riforma e quali cambiamenti sono stati necessari. La metodologia utilizzata sarà di tipo quantitativo e qualitativo con fonti sia secondarie che primarie costituite da interviste a chi si occupa concretamente di gestire il volontariato.