Abstract:
Tanto a livello nazionale, quanto internazionale, esistono delle libertà che devono essere rispettate e dei principi che devono essere seguiti, al fine di garantire la libera circolazione di capitale ed individui, da un lato, e la concorrenza equa tra Stati, dall’altro; in aggiunta, la mancanza di un corpo normativo esaustivo sul tema in ambito nazionale e l’assenza di omogeneità di leggi e coordinamento a livello internazionale sono elementi che fanno inevitabilmente sorgere comportamenti volti a trarre in parte, se non del tutto, vantaggi fiscali, che si configurano a volte come leciti, altre invece illeciti. Dopo aver indagato in primis gli strumenti a disposizione del nostro paese ed in secundis quelli adottati a livello transnazionale per far fronte al verificarsi di tali situazioni, mi soffermo sul fenomeno dei Paradisi Fiscali, in particolare le motivazioni che portano alcune persone/società ad utilizzarli, le scelte tributarie che permettono di offrire una così bassa intensità fiscale, le fattispecie che non costituiscono un ricorso ad essi illecito, e le ripercussioni sia a livello economico nazionale/internazionale sia a livello di correlazione con comportamenti criminosi, quali ad esempio il riciclaggio. Su questa onda rilevo poi la disponibilità dei diversi paesi ad essere più o meno collaborativi e l’importanza che svolge la trasparenza e lo scambio di informazioni tra stati, soprattutto in seguito al verificarsi di eventi chiave, quali l’attentato dell’11 settembre 2001 e la crisi finanziaria del 2008.