Abstract:
Londra, 20 marzo 1930: le sale di Burlington House chiusero i loro battenti dopo aver ospitato per undici settimane l’imponente Mostra d’Arte Antica Italiana. L’esposizione dei più rilevanti capolavori italiani dal Medioevo all’Ottocento attirò oltre mezzo milione di visitatori, illuminando gli animi inglesi con un successo senza precedenti.
“Un prodigio di organizzazione”, fu detto della rassegna londinese. Partendo da un simile giudizio, il presente lavoro di ricerca intende ricostruire la storia di questo ambizioso progetto espositivo, con l’obiettivo di fornirne un resoconto quanto più accurato, organico e completo.
Una prima parte dell’elaborato analizza dettagliatamente lo sfondo dietro al quale venne concepito il progetto espositivo, e cerca di spiegare il motivo per cui esso debba essere inquadrato all’interno dell’ambito della politica estera mussoliniana del regime fascista, in particolar modo guardando ai rapporti internazionali intercorsi tra l’Italia e la Gran Bretagna.
Dopo aver poi indagato il contesto delle di Mostre di Antichi Maestri sviluppatesi in Inghilterra a partire dal secondo decennio del XIX secolo, osservando soprattutto come la mostra in questione costituisca in un certo senso un primo punto di arrivo allo zenit di una tradizione espositiva ben radicata nella società anglosassone, si procede a ripercorrere le tappe principali della pianificazione e preparazione della mostra, guardando in particolare al ruolo svolto da Ettore Modigliani, direttore della Pinacoteca di Brera e designato unico commissario italiano. Nello specifico verranno analizzate, avendo anche a disposizione/potendo usufruire anche di una documentazione d’archivio, la predisposizione dell’elenco dei prestiti richiesti, la minuziosa logica con cui fu preparata la mostra, la movimentazione delle opere e la problematica questione del loro trasporto via mare. Una volta chiariti gli aspetti che resero possibile trasformare l’ideazione in effettiva realizzazione, sarà dunque possibile esaminare l’allestimento delle sale presso la sede ospitante della mostra e valutare il percorso espositivo proposto. Ci si propone infine di evidenziare come la rassegna d’Arte Antica Italiana sia stata un’abile mossa di strumentalizzazione politica, volta da un lato a spettacolarizzare attraverso una manifestazione culturale internazionale il clima di cooperazione tra paesi promosso dalla Società delle Nazioni, ma funzionale dall’altro anche e soprattutto a migliorare la posizione italiana sul palcoscenico internazionale, perseguendo fini propagandistici di consenso interno ed esaltazione imperialistica del regime.