Abstract:
La presente tesi si propone di studiare la fortuna che le illustrazioni disegnate da Hans Holbein il Giovane hanno avuto nell’editoria veneziana del Cinquecento.
Nel capitolo introduttivo verrà delineata la fortuna critica tra XVI e XIX secolo di Hans Holbein quale incisore - anche nelle fonti italiane, finora poco esplorate -, evidenziando la particolare posizione che egli occupa nella storia dell’incisione.
Il nucleo del presente lavoro consiste nell’analisi delle singole illustrazioni e del loro rapporto con i modelli oltremontani. Tenuta presente la definizione di Robert Darnton secondo cui la storia del libro è per sua natura «international in scale and interdisciplinary in method», si è ritenuto necessario considerare anche i rapporti tra l’editoria veneziana e le città d’origine delle stampe holbeiniane, Basilea e Lione.
Infine, attraverso l’approfondimento delle vicende biografiche e delle implicazioni culturali delle opere, e quindi degli autori (in particolare Antonio Brucioli) e degli editori (soprattutto i Giunta, Gabriele Giolito de’ Ferrari e Vincenzo Valgrisi), si proveranno a comprendere quali implicazioni la scelta dei soggetti e dello stile di Hans Holbein possono aver avuto nel tormentato clima religioso e culturale di una città «porta della Riforma», quale fu Venezia. Tutto ciò, adattando alla ricezione delle immagini holbeiniane l’assioma proposto da Silvana Seidel Menchi per la ricezione di Erasmo in Italia, «Erasmus ex Erasmi lectore».