Abstract:
Con questo lavoro si intende analizzare le relazioni tra Italia e Libia a partire dal 1951, data dell’Indipendenza libica, fino al giorno d’oggi.
L’attualità delle tematiche affrontate ha reso necessario un primo capitolo volto a fornire un quadro storico delle relazioni tra i due paesi, con lo scopo di cogliere appieno le dinamiche che hanno portato a determinate decisioni in tema di cooperazione energetica ed economica e di controllo dei flussi migratori.
Italia e Libia, dopo aver condiviso un passato coloniale, si trovano adesso più vicini che mai: dal punto di vista economico e commerciale, le relazioni tra i due paesi recentemente hanno subito una forte accelerazione. La Libia, a partire dai primi anni ’50, è riuscita a sfruttare a suo favore le proprie ricchezze di risorse, arrivando, in tempi più recenti, a firmare con l’Italia accordi vantaggiosi, primo su tutti il “Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione” del 2008. Ci si è poi soffermati sulla presenza di forti aziende italiane in territorio libico, quali Eni e Fiat.
Con il terzo capitolo di questo elaborato si è voluta affrontare la difficile questione dei flussi migratori, che, negli ultimi anni, ha fortemente interessato i due paesi. Particolare attenzione è stata data ai tentativi di Italia e Libia di gestire l’afflusso di migranti irregolari che cercano di raggiungere le coste Europee, in questo caso italiane. Partendo dal principio di non refoulement e dalla Convenzione di Ginevra, si è arrivati ad analizzare il già citato Trattato di amicizia italo-libico, la Dichiarazione di Tripoli del 2012, e il più recente Memorandum d’Intesa.
Un ultimo capitolo di questo lavoro è stato dedicato all’analisi delle condotte libica ed italiana in materia di cooperazione nella lotta all’immigrazione irregolare. Attraverso una ricerca sul controverso sistema di accoglienza libico, si è cercato di evidenziarne i principali elementi di criticità, con un focus particolare sulle recenti condanne internazionali, prima su tutte la famosa sentenza Hirsi. Si è poi passati ad esaminare il comportamento italiano, al fine di identificarne una possibile responsabilità nella violazione dei principali cardini del diritto internazionale in materia di diritti umani.