Abstract:
In questo elaborato viene letto e interpretato il lavoro della fotografa americana Francesca Woodman. La sua vita, strettamente legata all’amore per la fotografia, è segnata da una morte prematura e volontaria che non diventa qui l’unica chiave di lettura della sua opera.
Al contrario sono i confronti con le opere d’arte che studiò e che amò sin dalla giovane età a diventare un valido supporto per l’interpretazione delle sue fotografie, tanto evocative quanto enigmatiche.
Le sue stesse parole, estratte da alcune lettere personali, facilitano la comprensione circa la sua devozione per l’arte tutta.
Parte del corpus delle sue opere fotografiche, pittoriche, cianografiche e di videoriproduzione vengono in questa sede analizzate operando numerosi confronti tra queste e i lavori di altri artisti. Ciò che ne scaturisce è un elaborato monografico su un’artista affascinante ed emotiva che vive ancora oggi grazie ai suoi autoritratti celati e, per questo, incompleti.
È questo, dunque, il senso di “Unfinished self-portrait”: una ricerca basata su una giovane donna che si servì dell’arte per rispecchiarsi in essa e per comprendere maggiormente il suo Io. Il percorso deduttivo basato sull’arte in quanto strumento di comprensione - dalla fotografa finalizzato all’analisi personale e introspettiva - viene usato qui per definire la genesi dei suoi lavori. Si può quindi affermare che questo elaborato segue i medesimi criteri adoperati da Woodman sia per la realizzazione di bozzetti preparatori che per la messa in atto delle sue opere, se così si possono definire, “compiute”.