Abstract:
L’elaborato esplora e approfondisce l’impatto che le donne coinvolte negli organi decisionali hanno, in tema di sostenibilità, sulla comunicazione aziendale e la presa in carico di progetti e politiche di sviluppo volte a migliorare proattivamente le società entro cui si trovano.
Il filo conduttore di questa tesi poggia le proprie fondamenta sul ruolo chiave che hanno avuto le donne nella storia della sostenibilità, dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. Supportati dalle indagini statistiche, gli esempi citati nel testo confermano la naturale propensione del genere femminile al tema della sostenibilità. Quest’ultima può essere suddivisa in 17 criticità, a cui corrispondono altrettanti obiettivi interconnessi nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, sottoscritta dall’ONU nel settembre 2015 e volta a ottenere un futuro migliore e più equo per tutti.
Essere produttori e consumatori responsabili, o sostenibili nel vero senso del termine, non rappresenta più un traguardo di cui le aziende possono effigiarsi, poiché sono le prime ad essere chiamate in causa quando si parla di impatto ambientale e sociale. La Terra stessa sta chiedendo all’uomo di vivere in modo sostenibile, attraverso i terribili fenomeni naturali che si susseguono sulle cronache dei quotidiani e che chiamano a gran voce parsimonia e cautela nell’utilizzo delle risorse a disposizione. È proprio da queste risorse che le imprese dovrebbero partire per rifondare le loro mission, così da concepire un modus operandi nel quale l’investimento vince il duello sul consumo, nel quale l’output non deve per forza essere scarto ma opportunità. Parlare oggi di sostenibilità significa prevedere che sia l’unica via percorribile per le aziende che vorranno sopravvivere in un contesto economico dove le risorse, che sono rinomatamente limitate, stanno effettivamente esaurendo. All’interno di questa rivoluzione, le donne hanno ricoperto e ricopriranno un ruolo fondamentale, poiché rappresentano contemporaneamente risorse e opportunità, essendo le più vigorose sostenitrici della produttività e del consumo sostenibile e avendo già dimostrato la loro naturale sensibilità al tema. Per tali ragioni, l’obiettivo di questa tesi sarà proprio quello di dimostrare la differenza che c’è, in termini di comunicazione e presa in carico di progetti per lo sviluppo sostenibile, tra le aziende con più alta percentuale di figure manageriali femminili e le aziende che restano salde allo stereotipo imprenditoriale dell’uomo bianco, protagonista del successo capitalista occidentale.
Il settore di riferimento sarà quello dell’industria agroalimentare italiana, poiché si presta naturalmente ad uno sviluppo sostenibile, che si preoccupi di generare un ciclo produttivo responsabile e poco invasivo. Dimostrato che, nonostante il settore propenso al tema, esiste una sostanziale differenza tra le aziende a conduzione “rosa” e le aziende a conduzione patriarcale, sarà premura delle conclusioni sottolineare l’enorme vantaggio che coinvolgere le donne nei vari livelli di management può avere, oggi, per il successo delle aziende che vogliono sopravvivere nel mondo di domani.