Abstract:
Il tema principale della ricerca riguarda l’analisi del rapporto tra uomo ed animale, nel mio caso di studio tra uomo ed asino, alla luce delle nuove teorie “postumaniste” “posthuman studies” “interspecies studies”. In particolare mi sono avvalso degli studi di Roberto marchesini, Donna Haraway e Tim ingold nell’analisi di nuovi paradigmi per considerare il rapporto tra uomo ed animale. Questi studi si propongo di superare la dicotomia classica che vede l’uomo contrapposto all’animale inteso come un macrogruppo che racchiude in se tutte le specie che non siano quella di essere umano, e cercare piuttosto di vedere nell’alterità un modo per confrontarsi ed interagire su uno stesso piano.
Nel mio caso specifico tenterò di riportare queste linee teoriche nella mia esperienza che ho avuto a contatto con gli asini durante i miei tre mesi di permanenza in Valsabbia dove ho avuto modo di conoscere e passare molto tempo a contatto con loro, svolgendo diverse attività insieme. La scelta dell’asino è stata dettata dal fatto che esso ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo agricolo ed inizialmente anche in quello industriale della valle, compagno di lavoro indispensabile nello svolgimento di qualsiasi lavoro.
Un attore fondamentale che al giorno d’oggi è quasi completamente dimenticato e rimpiazzato dall’utilizzo delle macchine. Nel mio percorso sono stato affiancato da un ragazzo mio coetaneo che vive in Valsabbia il quale circa un paio di anni fa ha comprato quattro asini con i quali sta cercando di rivalutare la figura di questo animale attraverso un’attività di trekking con gli asini, trekking someggiato che consiste nel camminare appunto con gli asini. Attività alla quale hanno iniziato a partecipare sempre più persone che si sono appassionate subito a questi incredibili animali, persone che non ne avevano in alcuni casi visti nemmeno uno durante la loro vita perché magari l’hanno trascorsa sempre in città, soprattutto i bambini che spesso non sono avvezzi a confrontarsi con il mondo naturale ed interagire con altri esseri viventi che non siano gli animali domestici ai quali siamo abitutati anche in contesto cittadino come cani o gatti. La pratica del trekking può sembrare banale, una semplice passeggiata, ma racchiude in sé molti più significati. Inoltre tutto questo non serve solo a rivalorizzare la figura dell’animale, ma anche di tutto il territorio ad esso legato, le sue tradizioni la sua storia. Camminando con gli asini si intrecciano storie, saperi ormai dimenticati, e soprattutto si riscopre un senso dei luoghi, una geografia ormai inghiottita dalle strade dalle infrastrutture e dalla vegetazione che ha ricoperto le antiche mulattiere che venivano utilizzate in passato per muoversi all’interno della valle.
Una parte della mia ricerca si occupa proprio di ricercare queste antiche orme ormai perdute che difficilmente si trovano nei testi e nelle riviste storiche ma possono essere rievocate solo dalle persone che quelle esperienze le hanno vissute in prima persona e che ricordano come fosse la valle mezzo secolo fa quando ancora non c’erano nemmeno le strade che portavano ai paesi e l’unico modo per spostarsi e per portare le provviste, i prodotti caseari era grazie agli asini. Ogni famiglia ne possedeva almeno uno ed è stato interessante anche analizzare quale fosse il loro rapporto con essi, spesso di tipo meramente utilitaristico ma alcune volte si creavano dei legami affettivi che andavano oltre lo “sfruttamento” lavorativo.