Abstract:
L’intellettuale moderno, come rappresentante di un nuovo ceto sociale, fa la sua comparsa sulla scena della storia in Francia, all’epoca dell’Affare Dreyfus, nel 1898. Per più di un secolo questo “personaggio” è stato interpretato, adulato e disprezzato, innalzato ai massimi onori, subito dopo accusato di tradimento, e infine dato per morto.
In questa tesi si vuole sostenere che l’odierno esemplare di intellettuale sopravvive come “specie”, in grado di garantire i valori umani di cui si fa portatore nella società, valori che assumono valenza universale, nel momento in cui il suo impegno risponde a una istanza etica.
Superato il suo “ciclo mediatico”, oggi l’intellettuale sembra ancora in grado di svolgere il suo ruolo di critico in solitudine, restando ai margini, evitando le tentazioni del Potere, riuscendo a volte anche a dar voce a una protesta che emerge “dal basso”.