Abstract:
Il metodo storico di Carlo Ginzburg affronta le derive scettiche del relativismo accettando di giocare sullo stesso campo; l’elemento costruttivo delle narrazioni non dev’essere negato bensì risignificato. Ogni letteratura infatti costruisce pensiero, cultura, realtà, concretezza: proprio per tale motivo, da una parte le narrazioni non sono tutte ugualmente accettabili, tutte ugualmente vere (o finte), dall’altra esse sono di per sé elementi profondamente politici. Solo una dimensione capace di rinunciare all’etica politica (una dimensione quindi estremamente politica, anche se si finge neutrale come tende a fare il relativismo, senza comprendere che la neutralità è politica) potrebbe smentire il valore risignificato della costruttività delle narrazioni; ma una tale rinuncia non è più pensabile, in quanto portatrice delle pagine più buie scritte nella storia dell’umanità. Le considerazioni del presente lavoro portano a dare centralità all’autore e alla persona, oltre che alle narrazioni: come dimostrato brillantemente da Todorov, ognuno è responsabile di ciò che scrive, racconta, produce e delle dirette e indirette conseguenze. L’arte letteraria dunque ha necessità di essere risignificata: lo dimostra l’approccio colonialista di tanta letteratura, così come quelle che, in positivo, hanno saputo liberarsi di tale attitudine errata verso “l’altro”. La narrazione letteraria dunque non è pura finzione, né assoluta verità, né semplice evasione: essa è elemento fondamentale nel plasmare, e rendere concreto, il mondo in cui viviamo, la sua cultura, la sua materialità.