Abstract:
L’espansione dei domini italiani d’oltremare fu molto differente rispetto a quelle delle altre nazioni europee. La tarda unificazione della penisola implicò un significativo svantaggio nella conquista dell’Africa e nel suo sfruttamento economico. Nel momento in cui i governi liberali decidevano quali territori occupare il continente era già stato ampiamente smembrato da inglesi, francesi, tedeschi, belgi e portoghesi. Le aree ancora libere erano poche e ciò limitò fortemente l’azione di Roma. Fu infatti possibile inserirsi nel Mar Rosso solo grazie al benestare di Londra e in Libia per via della debolezza ottomana. Inoltre, ad essere saldamente controllate, in entrambi i contesti geografici, furono unicamente le zone costiere. L’entroterra si sarebbe rivelato a lungo un arduo ostacolo, difatti la conquista dell’Etiopia si concretizzò solo con la guerra voluta da Mussolini nel 1936. Conflitto anacronistico, concluso con la proclamazione di un impero difficile da definire tale, il quale sarebbe crollato appena 5 anni dopo. Esso era instabile e particolarmente costoso da mantenere. A questi limiti si aggiunse la poca consapevolezza della popolazione della realtà coloniale, distorta dalla retorica propagandistica. Ciò ha comportato anche una profonda ignoranza sui crimini commessi nei territori occupati, che solo pochi decenni fa sono stati adeguatamente studiati.