Abstract:
Il cavallo ha ricoperto per secoli un ruolo fondamentale nel lavoro e nel trasporto, instaurando una relazione molto forte con il territorio e la società. La modernizzazione ha però cambiato il ruolo del cavallo, segnando il passaggio dall’ambito lavorativo a quello ricreativo che ricopre tutt’oggi.
Il cavallo, è infatti impiegato in pratiche sportive e ricreative che comprendono il turismo. È proprio nell’ambito turistico che l’impiego del cavallo rappresenta un’importante risorsa territoriale in grado di rinnovare e sostenere l'economia, in particolar modo nelle aree rurali e periferiche.
Le attività equestri, nella loro diversità, sono caratterizzate da una duttilità che rende possibile adattarle alle risorse territoriali per garantirne la valorizzazione. Le aree rurali, presentano al loro volta i caratteri spaziali e culturali adatti allo sviluppo di attività equestri , quali grandi spazi aperti, praterie, vicinanza a parchi e aree naturali, presenza di strutture adatte legate all’attività agricola e in molti casi presenza di conoscenze e capacità in ambito equestre.
L’elaborato si propone di analizzare il fenomeno partendo da una concettualizzazione teorica del turismo equestre e delle attività che si classificano in quanto tale, per poi indagare lo stato attuale della proposta equestre in Italia, sia dal punto di vista normativo che dell’offerta, mettendone in luce potenzialità e criticità.
In seguito viene preso in considerazione il turismo equestre in quanto fattore di sviluppo sostenibile. Partendo dal concetto di sostenibilità e dalla sua applicazione in ambito turistico, vengono presentati i benefici economici, sociali e ambientali di questa forma di turismo alternativa, in grado di sposare con successo altre tipologie di attività legate al comparto enogastronomico ed eco-turistico e di valorizzare con modalità differenti le risorse locali.
Si tratta di un’attività strategica che crea sinergie in grado di valorizzare sia la biodiversità che la ricchezza culturale e territoriale della penisola, coinvolgendo in particolar modo le aree rurali e periferiche più isolate. Queste ultime costituiscono una risorsa strategica per il territorio sia per quanto riguarda l’ampliamento dell’offerta turistica e delle attività disponibili, sia per la riqualificazione territoriale.
Le attività di turismo equestre infatti si connotano per la capacità educativa di consapevolezza e rispetto per i luoghi e le comunità visitate, per cui rappresenta anche uno strumento di tutela dell’identità.
In uno scenario post-pandemico, le attività equestri rappresentano un’opportunità di rilancio turistico, che oltre ad incoraggiare il turismo di prossimità permette di svolgere attività in sicurezza, senza dover rinunciare alle interazioni sociali. Queste ultime vengono incoraggiate e mediate dalla presenza carismatica del cavallo, che grazie alle sue doti empatiche è in grado di coinvolgere e rieducare alla socialità, risultando al contempo un’attività inclusiva che genera benessere.
Infine, a carattere esplicativo delle potenzialità del turismo equestre, viene presentato un possibile itinerario, che interessa il Parco Naturale Regionale Rgionale dei Monti Aurunci ed i borghi in esso ricompresi. L’itinerario si basa sulla presenza di una razza autoctona, il pony di Esperia, e sulla presenza di percorsi ed itinerari già noti.