Abstract:
Negli ultimi decenni si è assistito ad un aumento di flussi migratori che percorrono le principali rotte mediterranee per raggiungere l’Europa meridionale, facendo riemergere il dibattito sul tema dell’immigrazione, sul riesame dei confini marittimi e sulle lacune presenti nella loro gestione. Attraverso questo elaborato si intende far luce su quale sia l’effettivo confine della responsabilità degli stati nella gestione dei flussi migratori via mare, e cosa accade quando il diritto internazionale e la sovranità statale incontrano i diritti umani nei casi di imbarcazioni che attraversano irregolarmente i confini marittimi. Più precisamente questo lavoro vuole dimostrare come ancora oggi non vi sia chiarezza su quale stato eserciti un’effettiva giurisdizione sulle navi che transitano in alto mare. Partendo dalla nozione di confine marittimo, nel primo capitolo vengono analizzati i diritti e i doveri degli stati nelle zone marittime e il ruolo del confine come tecnologia di sicurezza. Nel secondo capitolo viene approfondita la nozione di giurisdizione e viene sottolineato come lo svilupparsi dei diritti umani ha fatto sorgere lacune e ambiguità nelle tradizionali regolamentazioni di diritto del mare, esaminando le principali responsabilità degli stati. Nel terzo capitolo si analizzano il controllo extraterritoriale attraverso il principio di non respingimento e le convenzioni SOLAS e SAR. Infine, nel quarto capitolo viene indagato il quadro europeo con gli accordi bilaterali e il Regolamento di Dublino che disciplinano il fenomeno migratorio e la responsabilità degli stati in materia.