Abstract:
In tema di valutazione delle piccole e medie imprese, la letteratura è abbastanza unanime nel riscontrare una componente di rischio aggiuntiva rispetto alle imprese di grandi dimensioni e quotate. Tale componente è spesso stata considerata nel tasso di attualizzazione tramite un aggiustamento in rapporto alla dimensione aziendale. Tuttavia, molto è lo scetticismo riguardo l'effettiva esistenza di un legame diretto tra dimensione e rischio che spieghi esaustivamente la discrepanza tra i rendimenti di piccole e grandi imprese. Il tema si sposta sulla ragionevolezza dell'informazione finanziaria prospettica, in particolare sulla fattibilità dei piani presentati dalle aziende. Esiste una differenza tra previsioni e proiezioni, a seconda della ragionevolezza o meno delle assunzioni poste alla base dei piani, che va a definire una componente di execution risk, ovvero il rischio legato a proiezioni basate su assunzioni soltanto ipotetiche, non confermate da riscontri storici o dal confronto con imprese comparabili. Il punto centrale è quindi la qualità dei piani.
L'analisi di sostenibilità e di sensitività dei piani è già oggetto da tempo dell'analisi fondamentale, passaggio chiave delle valutazioni. A ciò si aggiungeranno gli spunti offerti più recentemente dai Principi di Attestazione dei Piani di Risanamento, i quali puntano l'attenzione sulla verifica di veridicità dei dati aziendali e di fattibilità dei piani, richiamando, inoltre, il riferimento ad alcuni principi di revisione.