Abstract:
Una grossa fetta della letteratura e delle ricerche, riguardanti il ruolo che gioca la diversità culturale nelle acquisizioni aziendali, suggerisce che l’acquisizione di un’azienda target, appartenente ad un contesto culturale differente, potrebbe creare degli attriti per il raggiungimento dei tipici benefici di tale operazione straordinaria.
Allo stesso tempo, esiste anche una parte della letteratura, la quale porta altrettante ricerche, a favore del fatto che le differenze culturali, tra l’azienda bidder e quella target, potrebbero rappresentare una fonte di creazione di valore.
Questa tesi, dunque, si propone come obiettivo di approfondire questo dibattito relativo alle differenze culturali andando ad analizzare la performance contabile rilevata prima dell’operazione M&A e quella che emerge negli esercizi successivi all’acquisizione.
In particolare, utilizzando il database di dati aziendali ORBIS e i report annuali sulle operazioni Straordinarie della società KPMG, è stato considerato un campione di oltre 50 bilanci di aziende che nell’ultimo decennio hanno effettuato operazioni M&A.
Nel tentativo di perseguire l’obiettivo della tesi e individuare un diverso grado di differenza culturale, il campione precedentemente individuato è stato diviso in tre diverse categorie: acquisizioni effettuate all’interno della stessa nazione (nessuna differenza culturale), acquisizioni effettuate tra Europa e Stati Uniti d’America (differenza culturale di grado medio) e acquisizioni effettuate nel resto del mondo (grande differenza culturale).
La valutazione della performance contabile, invece, si basa sul valore di conto economico “ricavi delle vendite e delle performance” e l’indice di bilancio “ROA”, coerentemente con quanto è stato fatto in altri lavori appartenenti alla letteratura precedente.
Dal confronto dei dati effettuato in questo lavoro emerge che, sebbene il ROA rilevato post-acquisizione diminuisce tendenzialmente in quasi tutte le imprese, nelle aziende che hanno effettuato acquisizioni cross-border tra Stati Uniti d’America e Europa, quindi con un grado di differenza culturale medio, ciò avviene in maniera leggermente minore.
Dunque, i risultati ottenuti da questa analisi sembrano essere concordi con quella parte della letteratura moderata che sostiene che gli effetti delle differenze culturali hanno un impatto sulla performance aziendale post-acquisizione, tuttavia emerge anche che questo impatto sulla performance sarebbe correlato anche al grado di differenza culturale che emerge tra le aziende protagoniste dell’operazione straordinaria.
Concludendo, nel momento in cui una società intende effettuare un’operazione di acquisizione aziendale cross-border, il grado di differenza culturale potrebbe essere un fattore da considerare per la creazione di valore.