Abstract:
Il recente passato ha visto svariate società ampliare le proprie fonti di finanziamento attraverso la quotazione nei mercati azionari. Molte di queste hanno riscontrato ottimi risultati dalla propria quotazione, ma altrettante hanno ottenuti risultati che non possono dirsi positivi.
La normativa prevede che, per trasparenza e tutela degli investitori, le società intenzionate a quotarsi redigano, sulla base delle caratteristiche aziendali, fogli informativi che permettano al pubblico sia di informarsi in merito alla situazione attuale della società che di analizzarne il rischio soggettivo.
Gli investitori, dal canto loro, sono tenuti ad analizzare la situazione aziendale per evitare di incorrere nei diversi rischi in cui la quotazione di una società può condurre, rischi che possono presentarsi anche per l’azienda stessa. Infatti, un fenomeno tipico che si realizza il giorno della quotazione è rappresentato da un prezzo per azione inferiore a quello che sarebbe il suo reale valore, il cosiddetto underpricing. Questo è sicuramente un aspetto negativo per l’azienda che vedrà la quotazione del proprio titolo nel mercato ad un prezzo inferiore a quello previsto ma, per l’investitore che acquista al prezzo di collocamento, rappresenta sicuramente un’opportunità di investimento.
L’obiettivo di questa tesi è quello di analizzare il mondo delle IPO italiane, focalizzando l’attenzione sulla comunicazione dei rischi contenuta nei prospetti informativi delle aziende quotande, anche alla luce dei recenti interventi normativi.
Più nello specifico, essendo il mondo finanziario molto vasto, l’analisi empirica effettuata ricade sulle principali nuove quotazioni azionarie avvenute nell’ultimo decennio nel mercato italiano analizzando e calcolando l’underpricing riscontrato nel momento della quotazione e relazionandolo sia con la performance a breve termine ottenuta che con la comunicazione dei rischi avvenuta ante quotazione.