Abstract:
Gli indici sintetici di affidabilità fiscale, così detti “ISA” sono stati introdotti e disciplinati nell’ordinamento italiano dall’art. 9-bis comma 1 del D.L. 24 aprile 2017, che ne ha previsto l’applicazione a partire dal periodo d’imposta 2018. Essi vanno a sostituire il precedente strumento degli studi di settore distinguendosi da quest’ultimo per la logica alla base del funzionamento: gli ISA, infatti, non vogliono costituire uno strumento accertativo, bensì uno strumento di compliance volto ad incrementare la collaborazione tra Fisco e contribuenti al fine di favorire l’emersione spontanea delle basi imponibili. Gli ISA si applicano alle attività d’impresa o di lavoro autonomo per i quali sono stati elaborati i modelli e forniscono un giudizio di sintesi, espresso su una scala da 1 a 10, sull’affidabilità fiscale del contribuente. Da questo giudizio dipende il riconoscimento di una serie di benefici (regime premiale) oppure l’inserimento nelle liste di controllo dell’Amministrazione Finanziaria. Il presente elaborato ha lo scopo di esaminare la normativa e la disciplina di tale nuovo strumento e gli adempimenti ad esso connessi, andando ad evidenziare nel capitolo iniziale le motivazioni che hanno portato al ripensamento degli studi di settore e il processo graduale di ideazione ed implementazione degli indici di affidabilità fiscale, entrando nel merito del concetto di tax compliance. Vengono individuate nella maniera più costante possibile le differenze tra i due strumenti e messi in luce tanto i risvolti positivi quanto le criticità che gli ISA incorporano. In particolare, si cerca di capire se gli ISA sono coerenti ai principi di neutralità fiscale e di proporzionalità ai fini della disciplina dell’iva europea e nazionale così come ai principi enunciati nello Statuto dei Contribuenti.