Abstract:
Il sistema tributario del nostro paese è in costante evoluzione, e sta mostrando una progressiva tendenza all’abbandono del modello autoritativo, verso la ricerca di un’impostazione più collaborativa con il contribuente.
In tale contesto, il presente elaborato si ripropone di analizzare l’istituto della conciliazione giudiziale, strumento che oggigiorno sta riscuotendo un sempre più ampio favore all’interno della disciplina processuale tributaria.
La definizione della controversia per mezzo di tale istituto deflativo presenta infatti non pochi vantaggi, tanto per l’Amministrazione quanto per il contribuente, certamente legati alla facoltà di evitare il processo tributario, con i suoi tempi, i suoi rischi ed i suoi notevoli costi.
In prima battuta l’elaborato si occuperà di fornire un quadro introduttivo dell’istituto de quo, partendo dal travagliato iter normativo, che ha condotto all’attuale formulazione degli art. 48, 48-bis e 48-ter del Codice del Processo Tributario, ed evidenziando in particolar modo le novità introdotte con la più recente riforma in materia, ad opera del D.Lgs. 24 Settembre 2015, n.156.
Successivamente si avrà premura di indagare su quella che è la natura della conciliazione giudiziale, che come tutti gli strumenti deflattivi del contenzioso, viene sovente ed erroneamente inquadrata come negozio transattivo, configurandosi pertanto come forma di deroga al principio dell’indisponibilità del credito tributario.
Si cercherà infine di analizzare la conciliazione sul versante più prettamente procedurale, con l’intento di evidenziarne i presupposti applicativi, i limiti, nonché le modalità di perfezionamento, per raffigurarne infine l’emblematica ratio premiale.