Abstract:
Questo elaborato si propone di analizzare il potere di controllo a distanza del datore di lavoro e di individuare i limiti del monitoraggio in questione, allo scopo di preservare il corretto trattamento dei dati personali e la riservatezza dei lavoratori. Dopo un breve excursus sull’evoluzione del concetto di privacy, vengono esaminate le principali normative in materia di riservatezza in vigore in Italia, con particolare attenzione ai principi del Regolamento europeo GDPR e al Codice della privacy italiano. Successivamente, si prende in esame il settore giuslavoristico, mettendo in evidenza le disposizioni tratte dalla Legge n. 300/1970 e dai provvedimenti del Garante per la Protezione dei dati in materia di controllo a distanza, definendo in particolare alcune questioni che sono nate in materia di tutela della privacy a seguito della diffusione delle moderne tecnologie in ambito lavorativo. Verranno messi in evidenza quali sono i monitoraggi legittimi e quelli impropri, attuati mediante gli strumenti tecnologici di lavoro, che possono essere compiuti dalle aziende sulle attività dei lavoratori. Si completerà l’elaborato con un approfondimento sulla diffusione del lavoro agile in Italia anche a seguito della pandemia da Covid-19, in particolar modo sull’esperienza nel Veneto (illustrando anche i risultati di un sondaggio proposto a dei lavoratori residenti nella provincia di Treviso), per evidenziare l’impatto che tale forma di lavoro ha sulla tutela della dignità, della privacy e del benessere dei lavoratori in genere.